Macedonia, accordo con la Grecia per il cambio del nome

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L'ex Paese della Jugoslavia si chiamerà Repubblica della Macedonia del Nord. La firma all'intesa mette fine a una disputa che dura dal 1991. Scontri tra polizia e contestatori: 14 feriti

La Macedonia, Paese dell'Ex Jugoslavia, si chiamerà "Repubblica della Macedonia del Nord". La decisione mette fine a una disputa che durava dal 1991 con la Grecia. Atene ha contestato al suo vicino, per 27 anni, l'uso del nome Macedonia perché ha una sua provincia settentrionale con lo stesso nome, che nei tempi antichi era la culla dell'impero di Alessandro Magno. Dopo la firma ci sono stati scontri nel villaggio di Pisoderi: 14 le persone ferite.

Tsipras: aprire un cammino di pace

"Questo è un passo coraggioso, storico e necessario per i nostri popoli", ha affermato il primo ministro greco Alexis Tsipras. "Siamo qui per sanare le ferite del tempo, per aprire un cammino di pace, fraternizzazione e crescita per i nostri paesi, i Balcani e l'Europa", ha aggiunto. "I nostri due paesi dovrebbero uscire dal passato e guardare al futuro", ha detto il primo ministro della Macedonia Zoran Zaev. "I nostri popoli vogliono la pace, saremo partner e alleati".

L'Ue e l'Onu presenti alla firma dell'accordo

Alla firma dell'accordo erano presenti il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari politici Rosemary DiCarlo, il negoziatore delle Nazioni Unite Matthew Nimetz, il capo diplomatico dell'UE Federica Mogherini e il commissario per l'allargamento dell'UE Johannes Hahn. Quest'ultimo ha dato l'annuncio dell'intesa tra Grecia e Macedonia pubblicando una foto su Twitter.

Proteste al confine tra i due Paesi

Quattordici persone, tra cui sette agenti di polizia, sono rimaste ferite negli scontri fra gruppi di contestatori nel villaggio greco di Pisoderi. La località è poco distante dal lago Prespa dove oggi è avvenuta la storica firma Atene-Skopje. Lo riferisce il quotidiano ateniese Kathimerini. Gruppi di nazionalisti greci hanno protestato manifestando non lontano da Psaridis, località al confine fra i due paesi vicino a dove è stato siglato oggi il documento d'intesa. I dimostranti - giunti con decine di autobus da Salonicco e altre zone del nord della Grecia - hanno bersagliato la polizia con bottiglie e altri oggetti. Gli agenti hanno risposto con lancio di lacrimogeni. Un massiccio cordone di poliziotti greci in assetto antisommossa ha isolato la zona. "La Macedonia è Grecia" era scritto su un grande striscione. E come in Grecia, anche in Macedonia conservatori e nazionalisti hanno manifestato in diverse città del Paese. In un raduno a Bitola, non lontano dal confine greco, il leader del partito conservatore all'opposizione Vmro-Dpmne, Hristijan Mickoski, ha parlato di capitolazione del Paese di fronte alle richieste di Atene. Il suo partito, ha detto, si opporrà con tutti i mezzi legali e democratici a tale accordo, e non appoggerà i cambiamenti alla costituzione che esso prevede. "Il nostro nome è Macedonia, e noi siamo orgogliosi di essere macedoni", ha detto il leader conservatore.

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