Save the Children, infanzia negata per oltre 1,2 miliardi di bambini

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Simona Vasta

Bambini che imbracciano le armi in Libia: sono 122 milioni i minori che vivono in zone di guerra (Getty Images)

Questo il numero di bimbi che non hanno un'infanzia garantita: sono oltre la metà di tutti quelli del mondo. A minacciarli povertà, conflitti e discriminazioni. Dati agghiaccianti, descritti nel rapporto "Le tante facce dell'esclusione"

Cosa significa nascere in una terra dove la carestia uccide? O in un Paese dove ad uccidere sono gli esseri umani o in un altro dove per il solo fatto di essere una bambina il tuo destino è già segnato? Oltre un miliardo di bambini nel mondo nasce in queste condizioni e questo significa che hanno poche possibilità di superare i 5 anni di età e nessuna possibilità di vivere una normale infanzia. A dirlo è il rapporto di Save the Children "Le tante facce dell'esclusione", presentato alla vigilia della Giornata internazionale dei bambini.

I Paesi dove l'infanzia è a rischio

Il Niger si conferma il Paese al mondo dove l’infanzia è più a rischio, seguito da Mali, Repubblica Centrafricana, Ciad e Sud Sudan, mentre Singapore e Slovenia condividono il primo posto della classifica dei 175 Paesi dove i minori hanno maggiori opportunità di vivere a pieno la propria condizione di bambini. Seguono, tra i Paesi più a misura di bambino, gli scandinavi Norvegia, Svezia e Finlandia. L’Italia si posiziona invece all’ottavo posto a pari merito con la Corea del Sud, guadagnando una posizione rispetto allo scorso anno, sebbene nel nostro Paese quasi 1 milione e trecentomila bambini e ragazzi vivano in condizioni di povertà assoluta.  

Nascere in povertà

Nei Paesi in via di sviluppo, un minore su cinque vive in povertà estrema, soprattutto in Africa sub-sahariana, dove i bambini in questa condizione sono il 52% del totale a livello globale, e Asia meridionale (36%), con l’India che da sola tocca quota 30 per cento. Ma la piaga della povertà riguarda anche le aree economicamente più avanzate, con ben 30 milioni di bambini e ragazzi che nei Paesi OCSE vivono in povertà relativa grave, tra cui sei milioni solo negli Usa. Ogni giorno più di 15mila bambini muoiono prima di aver compiuto il quinto anno di età per cause facilmente curabili e prevenibili. Contesti di povertà incidono fortemente anche sulla possibilità di andare a scuola e ricevere un’educazione. Dal rapporto di Save the Children emerge inoltre come molto stretta sia la correlazione tra povertà e lavoro minorile, oltre che matrimoni e gravidanze precoci.  

I minori nelle zone di guerra

Nei Paesi in conflitto, malnutrizione, malattie e mancanza di accesso alle cure sanitarie uccidono molto più delle bombe. Un bambino su cinque al mondo che muore prima dei cinque anni si trova in Paesi fragili e tediati dai conflitti, così come più di 122 milioni vivono in aree caratterizzate da guerre e violenze. A causa dei conflitti, sono ben 27 i milioni di minori che sono attualmente tagliati fuori dall’educazione.

Discriminazioni contro le bambine e le ragazze

In 55 Paesi sui 175 che compongono l’Indice dell’infanzia negata le discriminazioni di genere sono all’ordine del giorno. Rispetto ai loro coetanei maschi, infatti, le ragazze hanno maggiori probabilità di non mettere mai piede in classe nella loro vita. Stime recenti rivelano che circa 15 milioni di bambine in età scolare non avranno mai la possibilità di imparare a leggere e scrivere rispetto a 10 milioni di coetanei maschi. Di queste, nove milioni vivono in Africa sub-sahariana. Le minori più povere hanno in media sei probabilità in più di non frequentare la scuola primaria rispetto ai bambini pari età più benestanti, mentre nelle aree affette dai conflitti le ragazze hanno probabilità di essere escluse dall’educazione 2,5 volte superiori rispetto ai ragazzi.

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