Australia, Commonwealth Bank: dati di 20 milioni di clienti a rischio

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La sede della Commonwealth Bank, a Sydney (Getty Images)
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L'istituto di credito ha ammesso di non sapere che fine abbiano fatto due nastri magnetici con la storia bancaria dei correntisti. I depostiti non sarebbero stati intaccati. Avviata un'indagine interna

La Commonwealth Bank, il principale istituto di credito australiano, ha ammesso che i dati di 20 milioni di clienti potrebbero essere stati smarriti. In bilico ci sono nomi, indirizzi, numeri di conto corrente e dichiarazioni fiscali.

"Colpa di due nastri magnetici"

Il problema risale al 2016, quando la banca ha affidato a un fornitore la distruzione di due nastri magnetici, sui quali c'erano i dati. La Commonwealth Bank non ha mai ricevuto conferma dell'operazione. Tradotto: non si sa che fine abbiano fatto questi nastri. In una comunicazione ufficiale alle autorità australiane, l'istituto ha però affermato che "non ci sono evidenze che i dati siano stati compromessi". Questo non significa che siano al sicuro, ma semplicemente che non ci sono prove certe che siano finiti nelle mani sbagliate. La banca invita alla calma, ricordando che i nastri contenevano la storia bancaria di milioni di clienti ma non le loro password.

Avviata un'indagine interna

La Commonwealth Bank ha affermato che, da due anni a questa parte, ha monitorato la situazione per appurare eventuali intrusioni nei propri sistemi. Sostiene anche di aver avvertito tempestivamente le autorità, ma di non averlo fatto con gli utenti perché i primi riscontri non hanno indicato particolari criticità. La banca ha comunque avviato un'indagine per capire la sorte dei nastri magnetici, "per evitare che casi del genere possano accadere in futuro". Il problema è da circoscrivere nella cattiva gestione dei supporti fisici. Non si tratta quindi - come specificato dall'istituto - di un attacco informatico. Per questo motivo, "non c'è bisogno che i clienti cambino le credenziali di accesso" ai propri conti correnti. La Commonwealth Bank ha assicurato che "non ci sono azioni specifiche" che i correntisti possano compiere per mettersi al riparo.

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