Malala ritorna in Pakistan 6 anni dopo l'attentato talebano

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Malala è accompagnata in Pakistan dai genitori (Getty Images)
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L'attivista, premio Nobel per la pace, è tornata per quattro giorni nel suo Paese. È la prima volta da quando nel 2012 è stata vittima di un attentato dei talebani: le hanno sparato alla testa mentre tornava a casa da scuola

Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace, torna in Pakistan dopo quasi 6 anni dall'attentato rivendicato dai talebani al quale è sopravvissuta per miracolo. Il 9 ottobre 2012 la ragazza aveva 14 anni: un uomo le sparò alla testa mentre usciva da scuola. L'attivista, simbolo della lotta per l'istruzione femminile, ha incontrato il premier pachistano Abbasi.

Un "sogno" che si realizza

"Sognavo di tornare in Pakistan da cinque anni": così Malala durante il discorso pronunciato in occasione del suo incontro con il primo ministro Shahid Khaqan Abbasi. "Ho proseguito gli studi" nel Regno Unito, ha aggiunto, "ma ho sempre desiderato muovermi liberamente in Pakistan. Voglio investire nell'istruzione dei bambini". E poi, con le lacrime agli occhi: "Non riesco a credere di essere tornata nel mio Paese".

Viaggio top secret

La notizia del rientro è stata inizialmente rivelata dalla tv Express News di Islamabad. Malala, i suoi familiari più stretti e i responsabili della fondazione da lei creata per la promozione dell'istruzione delle bambine sono giunti nella capitale pachistana in nottata con un volo proveniente da Dubai. "Diamo il benvenuto a casa a Malala Yousafzai", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Muhammad Faisal. I dettagli del suo viaggio "sono stati tenuti segreti vista la sensibilità della visita", ha spiegato Faisal aggiungendo che l'attivista resterà in Pakistan quattro giorni. Non è chiaro se intenda recarsi anche nel suo distretto di origine di Shangla, nella Swat Valley.

L'incontro con il premier Abbasi

Malala ha incontrato il primo ministro pakistano Shahid Khaqan Abbasi prima di avere colloqui con responsabili governativi sul tema delle prospettive di promozione dell'istruzione, soprattutto delle giovani pachistane, nelle aree più arretrate del Paese. 

L'attentato del 2012

L'attacco a Malala avvenne nella Swat Valley il 9 ottobre 2012: un uomo salì a bordo dell'autobus che la accompagnava a casa da scuola e le sparò. L'allora quattordicenne fu trasferita d'urgenza nel Regno Unito, a Birmingham, e salvata. Tre anni prima aveva denunciato le atrocità commesse dai talebani nella zona in cui viveva: il suo racconto fu ripreso e rilanciato dalla Bbc, ottenendo una notevole eco internazionale. Così la giovane si attirò le attenzioni dei fondamentalisti. Sopravvissuta all'attentato, Malala è diventata simbolo della lotta per la libertà e per il diritto all'istruzione delle ragazze. 

Il Nobel per la Pace

Dopo essere sopravvissuta, Malala ha iniziato un'instancabile attività a favore dell'istruzione delle ragazze. Nel 2014 ha ricevuto il premio Nobel per la Pace insieme all'indiano Kailash Satyarthi per il loro lavoro a sostegno del diritto all'istruzione. Ora studia economia, filosofia e scienze politiche all'Università di Birmingham. In Pakistan è ancora minacciata dai circoli islamici radicali contrari all'emancipazione delle donne, ma la giovane ha voluto comunque fare ritorno nel suo Paese per la prima volta. Un "sogno" che aveva da più di cinque anni, come ha ricordato oggi.

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