Italiani rapiti in Libia, Procura chiede condanne per manager Bonatti

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Chiesti due anni di carcere per il presidente e per due membri del cda, rinvio a giudizio per un amministratore che ha scelto il rito ordinario, patteggiamento a un anno e 10 mesi per il responsabile della ditta nel Paese africano. Nel 2015 rapiti 4 tecnici, 2 morirono

Tre condanne, un rinvio a giudizio e un patteggiamento. Sono queste le richieste della Procura di Roma nel procedimento a carico di quattro dirigenti della società Bonatti e del responsabile della Libia per l'azienda di Parma, nell'ambito della vicenda legata al rapimento nel Paese africano di quattro tecnici italiani nel 2015, conclusosi con la morte di due di loro. Gli imputati sono tutti accusati di cooperazione colposa nel delitto doloso. Per il sequestro dei quattro operai un paio di settimane fa in Libia sono state arrestate tre persone vicine all'Isis: hanno ammesso le loro responsabilità.

Le richieste dell'accusa

Il pm titolare dell'inchiesta, Sergio Colaiocco, ha chiesto una condanna a due anni di carcere, nel corso di un processo con rito abbreviato, per il presidente della Bonatti, e per due componenti del cda. Per un altro amministratore, che ha optato per il rito ordinario, è stato chiesto invece il rinvio a giudizio. Per il responsabile in Libia della Bonatti è stato confermato il patteggiamento a un anno e 10 mesi da lui chiesto, per cui la Procura aveva già dato l'ok. Tutti gli imputati sono accusati di cooperazione colposa nel delitto doloso. Per l'azienda la Procura ha chiesto 130 mila euro di risarcimento danni e il divieto di contrattare con la Pubblica amministrazione per sei mesi.

Il sequestro e l'inchiesta

Il sequestro avvenne nel luglio del 2015. Fausto Piano, Salvatore Failla, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo furono rapiti a Sabrata il 19 luglio di tre anni fa. Piano e Failla persero la vita il 3 marzo del 2016, durante un conflitto a fuoco nel corso di un trasferimento. Calcagno e Pollicardo tornarono liberi il giorno successivo, dopo otto mesi di prigionia. Lo scorso 16 marzo tre cittadini libici sono stati arrestati per l'esecuzione materiale del sequestro, che era finalizzato al finanziamento dell'Isis, di cui erano militanti. I tre hanno ammesso le loro responsabilità e sono accusati di sequestro di persona con finalità di terrorismo aggravato dalla morte di due ostaggi. Parallelo al filone sugli esecutori materiali del rapimento, c'è quello sulle presunte responsabilità dei vertici della Bonatti, che ha portato alle richieste di condanna da parte del pm.

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