Il 20 marzo è la Giornata internazionale della Felicità

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La Giornata internazionale della Felicità si tiene dal 2013 (Getty Images)
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La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite. Il "World Happiness Report 2018” incorona la Finlandia, mentre l'Italia continua a perdere terreno

Come ogni 20 marzo dal 2013, oggi è la Giornata internazionale della Felicità. La ricorrenza è stata istituita dall'Assemblea delle Nazioni Unite, ed è accompagnata dalla pubblicazione del "World Happiness Report 2018", una ricerca che incorona il Paese più "felice" del mondo.

Com'è nata la Giornata Internazionale

L'Onu ha battezzato la giornata con la risoluzione A/RES/66/281: "L'Assemblea generale - si legge nel provvedimento - decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, consapevole che la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell'umanità". Le Nazioni unite invitano quindi "tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema Onu e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica". L'idea di "felicità" si intreccia con quella di sostenibilità e con la volontà di ridurre le diseguaglianze, tanto che una parte del World Happiness Report 2018 tenta di misurare la felicità dei migranti che vivono in un Paese diverso da quello di nascita.

Il Paese più felice del mondo

Il rapporto 2018 incorona la Finlandia, che supera il Paese vincitore nella classifica 2017, la Norvegia (seconda quest'anno). Chiude il podio la Danimarca, seguita da Islanda, Svizzera, Olanda, Canada, Nuova Zelanda, Svezia e Australia. In cosa ci sono invece Burundi, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Tanzania e Yemen. L'Italia è solo 47esima. Ma come si misura la felicità? La ricerca prova a farlo prendendo in considerazione voci facilmente quantificabili (reddito pro capite, sostegno sociale, aspettativa di vita in buona salute, corruzione percepita) e altre che lo sono meno (libertà e generosità). "È la grande differenza di felicità – si legge nelle conclusioni del report – a spingere le migrazioni". Chi si sposta da uno Stato all'altro "a volte perde e a volte guadagna" felicità. Ma un tratto comune indica che "una maggiore attitudine alla tolleranza dimostra risultati migliori sia per i migranti sia per i residenti".

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