Manca il pollo, chiudono centinaia punti vendita KFC in Gran Bretagna

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Dal 17 febbraio KFC ha chiuso 575 dei suoi 900 punti vendita in Gran Bretagna e Irlanda (foto Getty Images)
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Alla base del disguido ci sono problemi di consegna dovuti al passaggio dal fornitore Bidvest a DHL, problemi anche con le forniture in Irlanda

La catena del pollo fritto del Kentucky è rimasta senza carne di pollo. È quanto sta accadendo da tre giorni in Gran Bretagna e Irlanda, dove il colosso della ristorazione KFC (Kentucky fried chicken) ha deciso di chiudere 575 dei suoi 900 punti vendita in attività. Nelle ultime ore è stato annunciato che il numero dovrebbe scendere presto a 470 negozi.

Problemi di consegne

Alla base del disguido ci sarebbe, secondo quanto riportato dalla BBC, un problema logistico dovuto al cambio di corriere per il trasporto delle forniture. La scorsa settimana KFC ha infatti rescisso il suo contratto con il corriere sudafricano Bidvest per affidarsi a DHL che oggi lamenta "problemi operativi" per l'interruzione delle forniture. Già dallo scorso 17 febbraio la multinazionale della ristorazione con sede a Louisville, Kentucky, annunciava su Twitter che alcuni ristoranti sarebbero rimasti chiusi e altri avrebbero offerto un servizio limitato a causa del problema. Il post prometteva, poi, che "Il colonnello (la mascotte dell'azienda) è al lavoro" per risolvere il disguido. Nel frattempo uno dei portavoce dell'azienda ha ammesso di non sapere quando la situazione sarebbe tornata alla normalità, aggiungendo che i lavoratori dei punti vendita coinvolti sono stati incoraggiati a prendersi una vacanza, mentre per i contratti part time sarebbe stato rispettato un pagamento sulle ore medie lavorate al giorno nelle ultime 12 settimane. Nessuna variazione avrebbe coinvolto gli stipendi dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato.

Il cambio di fornitore

Nonostante le rassicurazioni sugli sforzi compiuti dall'azienda, il blocco delle vendite rimane ancora invariato dopo tre giorni di chiusura. A pesare sulla situazione è stato il passaggio a DHL e l'abbandono di Bidvest considerato il fornitore leader nel settore dell'ospitalità e della ristorazione nel Regno Unito. La pensa così anche il sindacato GMB (Britain's General Union) che riunisce oltre 631mila lavoratori in tutto il Paese e che ha dichiarato di aver provato ad avvisare KFC sull'errore nel passaggio da un corriere a un altro. Un cambiamento che, secondo il sindacato, ha portato anche alla perdita di 255 posti di lavoro e alla chiusura di uno dei depositi di Bidvest. Da parte sua KFC continua a dichiarare di non voler fare compromessi sulla qualità dei prodotti e a indicare ai clienti i punti vendita ancora aperti più vicini a loro. Mentre diverse proteste si alzano da parte dei consumatori, soprattutto sui canali social, DHL chiede scusa per ogni inconveniente e continua ad assicurare di stare "lavorando con i nostri partner KFC e QSL – riporta una nota del corriere – per risolvere con priorità la situazione".

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