Cina, incidente petroliera: sversamento si allarga su 330 km quadrati

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La nave cisterna iraniana Sanchi
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Le nuove stime delle autorità marittime sulla fuoriuscita di greggio raffinato e di carburante dal cargo iraniano Sanchi accrescono il timore per il disastro ambientale  

La fuoriuscita di greggio e carburante dalla petroliera iraniana Sanchi, affondata il 14 gennaio al largo di Shanghai nel mar Cinese, si sarebbe estesa su una superficie di oltre 330 chilometri quadrati secondo l'ultima stima della State Oceanic Administration, l'Autorità marittima cinese, accrescendo il timore di un gravissimo disastro ambientale.

Sversamento più che triplicato

Secondo le ultime stime dell'autorità marittima cinese, come riporta il "Guardian", lo sversamento della nave cisterna iraniana sarebbe più che triplicato di dimensioni a distanza di appena una settimana dall'incidente che ha provocato il suo affondamento. Le tre chiazze di greggio analizzate si estenderebbero su una superficie totale di 332 chilometri quadrati, rispetto ai 101 chilometri di mercoledì scorso. La petroliera Sanchi, che trasportava 136 mila tonnellate di greggio dall'Iran, si è scontrata lo scorso 14 gennaio con un cargo di Hong Kong, innescando una corsa contro il tempo per ricercare i sopravvissuti e limitare il disastro ambientale. 

Le conseguenze per l'ambiente

Al momento sarebbero stati ritrovati i corpi di soli tre membri dell'equipaggio formato da 30 iraniani e due del Bangladesh. Tre navi della guardia costiera sono accorse sul posto nella notte di domenica per valutare lo sversamento. Il tipo di olio di condensa trasportato dal Sanchi non forma una superficie liscia tradizionale quando viene versato, ma è comunque altamente tossico per la vita marina e molto più difficile da separare dall'acqua. Il carico ammontava a quasi un milione di barili di petrolio. L'area in cui la nave è affondata è un'importante area di riproduzione per specie come il calamaro e l'habitat in cui svernarnano, tra gli altri, specie come il pesce giallo e il granchio blu, secondo Greenpeace. Il luogo dell'incidente si troverebbe anche sul percorso migratorio di numerosi mammiferi marini, come megattere e balene grigie.

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