Petroliera affondata nel mar cinese, chiazza su oltre 100 km quadrati

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Un'immagine della zona della collisione tra la petroliera e il mercantile (15 gennaio, foto Ansa)

È quanto riportato dalla tv statale cinese Cctv. L'imbarcazione si è inabissata dopo lo scontro con un mercantile dello scorso 6 gennaio. Recuperati tre corpi dei 32 membri dell’equipaggio. L'incendio è stato domato e sono iniziate le operazioni di pulizia del greggio

Una grande colonna di fumo denso e nero con una chiazza che, per effetto delle correnti marine, si estende fino a coprire una decina di miglia nel mare cinese orientale. È questo lo scenario che si presenta nell’area dove è affondata la petroliera iraniana Sanchi, con una zona interessata dalla fuoriuscita che, secondo la tv statale cinese CCtv, sarebbe superiore ai 100 chilometri quadrati. Intanto, le fiamme di superficie sono state domate: due navi cinesi hanno cominciato le attività di pulizia del greggio raffinato fuoriuscito dalla nave spruzzando agenti chimici per far dissolvere il composto di gas e liquidi tossici. Sono stati recuperati anche tre corpi dei 32 membri dell’equipaggio.

La collisione e il rischio per l'ambiente

L'incendio era iniziato dopo la collisione del 6 gennaio che la petroliera aveva avuto a 160 miglia da Shanghai con il mercantile Cf Crystal. L’intero equipaggio della nave risultava disperso, mentre il personale del cargo era stato messo in salvo. La petroliera trasportava 136mila tonnellate di petrolio e da subito si era temuta una catastrofe ambientale. Tuttavia, le autorità cinesi, già dagli scorsi giorni, avevano assicurato: "Non c'è una grossa chiazza" in mare. Oggi, però, l'emittente Cgtn ha fatto sapere, citando un esperto, che i danni provocati dalla fuoriuscita di petrolio potrebbero "durare per decenni".
Ancora da chiarire, comunque, le cause dello scontro. Prima che l’imbarcazione affondasse, è stata recuperata la scatola nera e ora gli esperti starebbero lavorando per capire cosa sia successo. 

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