Etiopia, premier annuncia la liberazione dei prigionieri politici

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Il provvedimento è stato annunciato dal premier, Hailemariam Desalegn, in una conferenza stampa congiunta (in foto, Hailemariam Desalegn - archivio Getty Images)
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L'ampia amnistia è stata voluta dal primo ministro Hailemariam Desalegn, dopo giorni di consultazione in seno al partito di governo. Potranno beneficiare del provvedimento anche coloro che sono in attesa di giudizio

In Etiopia verranno rilasciati tutti i prigionieri politici. Lo ha annunciato il primo ministro Hailemariam Desalegn in una conferenza stampa congiunta insieme ai quattro presidenti dei partiti membri della coalizione di governo etiope, il "Fronte rivoluzionario democratico del popolo dell'Etiopia" (Eprdf). Il provvedimento permetterà anche il decadimento delle accuse nei confronti di coloro che sono in attesa di giudizio e ha lo scopo di "favorire il dialogo politico".

Verrà chiuso il campo di prigionia di Maekelawi

L'ampia amnistia è stata decisa dopo giorni di consultazione in seno al partito di governo in risposta alle crescenti pressioni dell'opinione pubblica. Nel Paese africano vige lo stato d'emergenza dal 2016, un provvedimento adottato dall'Esecutivo a seguito di mesi di violente proteste organizzate da gruppi di opposizione e per la difesa dei diritti civili. Agitazioni che sono state sedate con arresti di massa, spesso giudicati arbitrari da diverse organizzazioni internazionali. Al momento, in Etiopia, non è chiaro quanti siano esattamente i detenuti politici, tra i quali ci sono anche numerosi giornalisti. Molti di questi si trovano all'interno del campo di prigionia di Maekelawi, che Hailemariam Desalegn ha annunciato di voler chiudere per trasformarlo in un museo. Al suo posto verrà costruita una nuova struttura che risponda alle linee guida del parlamento nazionale sui diritti umani per il rispetto degli standard internazionali. Una svolta significativa, visto che il governo è stato accusato di utilizzare la pratica della tortura all'interno di Maekelawi.

Necessaria anche la modifica delle leggi

La notizia della scarcerazione dei prigionieri politici è stata commentata da Fisseha Tekle, una ricercatrice etiope di Amnesty International, che ha dichiarato: "L'annuncio di oggi potrebbe segnare la fine di un'era di repressione sanguinosa in Etiopia". Anche se, secondo l'attivista, il provvedimento arriva con colpevole ritardo e pone parziale rimedio ad accuse inventate ed utilizzate a fini politici. "La maggior parte dei prigionieri – ha spiegato – è stata incarcerata esclusivamente per aver esercitato pacificamente i propri diritti umani, e non sarebbe mai dovuta finire in prigione". Per questa ragione, Amnesty International chiede che il processo di scarcerazione avvenga il più velocemente possibile e che le autorità provvedano ad "abrogare o a modificare le leggi repressive che hanno consentito l'arresto dei detenuti". 

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