Fregata russa in acque britanniche, interviene la Royal Navy

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La HMS St. Albans è salpata il 23 dicembre con lo scopo di monitorare le attività dell’Admiral Gorshkov (Ansa)
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Il 23 dicembre Londra ha inviato la fregata St. Albans per monitorare le attività dell’Admiral Gorshkov, che si stava avvicinando ad "acque di interesse nazionale". Il ministero della Difesa che ha fatto sapere che "non tollererà nessuna forma di aggressione"

Una fregata della marina del Regno Unito, la HMS St. Albans, è stata inviata nel mare del Nord nei giorni immediatamente precedenti il Natale per "scortare" l’Admiral Gorshkov, una nave da guerra russa che si era avvicinata alle acque territoriali britanniche. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Londra, che di recente ha registrato un incremento delle unità russe in navigazione nei pressi delle acque territoriali britanniche. La mobilitazione della fregata si inserisce in un contesto di tensioni crescenti nelle relazioni tra Regno Unito e Russia.

Fregata russa "in acque di interesse nazionale"

La fregata St. Albans è salpata il 23 dicembre scorso con lo scopo di monitorare le attività dell’Admiral Gorshkov "in acque di interesse nazionale". Il ministro Gavin Williamson, in merito all’attività di controllo operata dalla marina militare, ha dichiarato: "Non esiterò a difendere le nostre acque o tollererò qualunque forma di aggressione", spiegando che "la Gran Bretagna non sarà mai intimidita quando si tratta di proteggere il nostro Paese, il nostro popolo e i nostri interessi". Il Mare del Nord nei giorni scorsi è stato pattugliato anche dalla HMS Tyne, che ha monitorato gli spostamenti di un mezzo navale dei servizi segreti russi.

Rapporti tesi tra Londra e Mosca

Le relazioni tra Gran Bretagna e Russia sono tese da tempo e sono state aggravate dalle recenti accuse di Londra a Mosca per aver interferito in diverse tornate elettorali, tra cui la consultazione referendaria per la Brexit. Tesi che è stata sostenuta anche dal ministro degli esteri britannico Boris Johnson, che lo scorso 22 dicembre si è recato a Mosca in visita istituzionale. In quell’occasione il suo omologo, Sergei Lavrov, ha dichiarato che non ci sono prove a sostegno della tesi di Johnson.

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