Grecia, un presidente turco torna ad Atene dopo 65 anni d’assenza

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L’ultimo presidente della Repubblica turca a visitare Atene è stato Celal Bayar nel 1952. Nella foto, l'attuale presidente Recep Tayyip Erdogan (Getty Images)
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Recep Tayyip Erdogan, il 7 dicembre, visiterà la capitale greca per incontrare il primo ministro Alexis Tsipras. Il summit rappresenta un atto di riavvicinamento tra i due Paesi che negli ultimi decenni hanno vissuto forti momenti di tensione 

Dopo 65 anni di assenza, il 7 dicembre, un presidente turco tornerà in visita ufficiale ad Atene. L’occasione sarà l’incontro tra Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro greco Alexis Tsipras, secondo il quale il summit consentirà ai due paesi di compiere "coraggiosi passi avanti". Tra Grecia e Turchia negli ultimi decenni non è scorso buon sangue e, nonostante la visita rappresenti un segnale che le relazioni tra i due Paesi stanno migliorando, sono ancora molte le rimostranze che Ankara ed Atene si contestano a vicenda.

Prima visita dal 1952

L’ultimo presidente della Repubblica turca a visitare Atene è stato Celal Bayar nel 1952. Da allora i rapporti tra i due Paesi confinanti hanno vissuto fasi altalenanti fino addirittura a rischiare un conflitto armato nel 1996, quando le forze speciali di Ankara uccisero tre militari greci in seguito a una rivendicazione da parte di Atene sull’isola di Kardak, Imia per i greci. Quella del 1996 non è stata né la prima né l’ultima crisi diplomatica per questioni territoriali. La galassia di isole e isolotti del Mar Egeo sono da decenni oggetto di sistematica violazione da parte dei due eserciti che spesso sono arrivati molto vicini allo scontro finale. Le dispute territoriali non potranno non fare parte dell’agenda dell’incontro che dovrà necessariamente trattare anche il tema dell’accoglienza da parte di Atene di quelli che Ankara considera golpisti o terroristi. Dopo il tentato colpo di Stato del 15 luglio 2016 almeno 100 cittadini sono fuggiti in Grecia oltre a 10 militari che, dopo il fallimento del golpe, avrebbero oltrepassato il confine tra Grecia e Turchia a bordo di un elicottero. Nonostante ci siano poche possibilità che il governo Tsipras acconsenta all’estradizione, nelle scorse settimane la magistratura greca ha imposto la detenzione a carico di nove sospetti terroristi turchi legati ai brigatisti di estrema sinistra del Dhkp-c. Una notizia che sicuramente sarà stata accolta favorevolmente da Ankara. 

Collaborazione per risolvere la crisi dei rifugiati

Tra i temi che hanno riavvicinato i due Paesi negli ultimi anni c’è sicuramente la crisi dei rifugiati che ha costretto Atene ed Ankara a collaborare sotto l’ombrello dell’accordo tra la Turchia e l'Unione europea per arginare la migrazione che segue la rotta orientale. Nello specifico, i primi passi per raggiungere l’intesa erano stati mossi nel Marzo del 2015 quando Alexis Tspras ha visitato Smirne, in Turchia, dove insieme all'allora premier Ahmet Davutoglu aveva sancito una totale convergenza di vedute rispetto alla gestione della crisi dei rifugiati. Tra i punti di interesse sul tavolo, oltre quello della cooperazione nella lotta all'immigrazione clandestina e al terrorismo, ci sono anche diversi accordi economici tra cui le connessioni ferroviarie e marittime ad alta velocità e la possibilità di costruire un nuovo ponte in grado di connettere i due Paesi.

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