Trump: pubblici tutti i file su Kennedy, tranne quelli su persone vive

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Trump ha dichiarato di aver preso questa decisione per ragioni di "piena trasparenza" nei confronti dei suoi cittadini (Getty Images)
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Il presidente ha annunciato attraverso Twitter l'intenzione di desecretare quasi tutti i fascicoli: l’obiettivo è mettere fine alle teorie cospiratorie sull’assassinio di Dallas

Nonostante le pressioni ricevute dai servizi segreti statunitensi, Donald Trump ha intenzione di rendere pubblici tutti i documenti classificati riguardanti l’assassinio del presidente John F. Kennedy, ad esclusione dei fascicoli che contengono informazioni su persone ancora in vita. Lo ha fatto sapere lo stesso presidente degli Stati Uniti attraverso il proprio profilo Twitter. Dopo la pubblicazione di una parte del materiale il 26 ottobre, Trump aveva accolto la richiesta della Cia di mantenere secretati una parte dei fascicoli. (COSA CONTENGONO I DOCUMENTI DECLASSIFICATI)

Mettere fine alle teorie cospiratorie

Trump ha dichiarato di essere giunto a queste decisione dopo essersi confrontato con il capo di gabinetto della Casa Bianca, John Kelly, con la Cia e con le altre agenzie. "Lo sto facendo per ragioni di piena trasparenza e per mettere a tacere tutte le teorie cospiratorie", ha spiegato il presidente. Da quando Kennedy fu ucciso nel 1963, in moltissimi hanno sostenuto versioni diverse da quella ufficiale, e la scelta di non rendere pubblici i documenti è stata utilizzata negli anni come uno degli elementi a sostegno dei complottisti. La desecretazione dei fascicoli era stata ordinata nel 1992 dal Congresso degli Stati Uniti, che ne aveva ordinato la pubblicazione entro i 25 anni successivi. L’atto però, stabilisce la legge statunitense, può essere impedito dal presidente nel caso in cui i documenti contengano informazioni in grado di compromettere operazioni militari o di intelligence, il mantenimento dell’ordine pubblico, o possano intaccare le relazione esterne del Paese.

Oltre 2.800 documenti già resi pubblici

Dopo le pressioni di Cia, Fbi ed altre agenzie, Trump aveva ordinato la segretezza per almeno altri sei mesi di oltre 300 documenti per questioni di "sicurezza nazionale". Una decisione inevitabile secondo il presidente, che nei giorni scorsi aveva dichiarato che la censura era "necessaria per evitare danni alla difesa militare, alle operazioni di intelligence, alle forze dell'ordine, o alla conduzione di relazioni straniere che sono di tale serietà da pesare più del pubblico interesse nella pubblicazione immediata". Molti di quei documenti, aveva spiegato la Cia, contengono metodi specifici di intelligence e i nomi di agenti ed ex agenti segreti. Informazioni, che secondo l’amministrazione Trump, è necessario continuare a nascondere. 

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