Elezioni in Repubblica Ceca, vince il populista Babis

Mondo
Andrej Babis, 63 anni, al voto il 20 ottobre 2017 (Ansa)
andrej_babis_getty

Il 63enne miliardario si è affermato con distacco sugli avversari. Soprannominato il “Trump dell’Est”, è stato ministro delle Finanze ma ha lasciato il ruolo perché travolto da uno scandalo legato ai fondi Ue. Ora dovrà formare un governo di coalizione

È Andrej Babis - soprannominato il “Tycoon dell’Est” - ad aggiudicarsi la vittoria alle elezioni in Repubblica Ceca. Il candidato populista del movimento “Ano 2011” ha ottenuto quasi il 30% dei consensi. L’imprenditore miliardario ha sconfitto i socialdemocratici (Cssd), che guidavano la coalizione di governo uscente e che sono precipitati perdendo oltre 12 punti rispetto alle precedenti elezioni. Questo risultato segna un nuovo flop della sinistra europea. Al secondo posto il partito di centrodestra storico, l'Ods, mentre avanza il partito xenofobo e antieuropeista Spd.

Chi è Andrej Babis, il “Trump di Praga”

Babis è un imprenditore miliardario 63enne che possiede i principali quotidiani del Paese. È proprietario della holding agrochimico e alimentare Afrofert, e dal 2013 appartiene a lui anche il gruppo mediatico Mafra, che pubblica i più giornali più letti del Paese. In politica dal 2011, con la fondazione dell'Azione dei cittadini scontenti, alle elezioni parlamentari nel 2013 è arrivato secondo, ed è entrato nella coalizione governativa con il Cssd e il Kdu-Csl. Dal 2014 al 2017, Babis è stato vicepremier e ministro delle Finanze. A febbraio 2017, però, i deputati sono riusciti a far passare - nonostante il veto del presidente - la normativa sul conflitto di interessi, la cosiddetta Lex Babis, per garantire l'imparzialità dei politici, ma il magnate aveva già rimediato, intestando le sue proprietà a fondi fiduciari. A maggio del 2017, Babis è stato sollevato dalle cariche governative dal premier, in seguito a operazioni finanziarie fraudolente ed è stato travolto dallo scandalo sui tentativi di influenzare i suoi media. Mentre ad agosto, è arrivata l'accusa di frode sui finanziamenti Ue.
Il suo approccio politico è populista: è critico sia verso la Ue che con i migranti, come il capo di Stato, Milos Zeman. E proprio lo stesso Zeman ha più volte dichiarato di voler dargli la possibilità di formare il governo "anche se fosse stato in carcere". 

"Voglio combattere a Bruxelles"

"Ringraziamo tutti gli 1,5 milioni di elettori che ci hanno dato la chance di formare il governo, nonostante la campagna diffamatoria di due anni. È favoloso, abbiamo vinto in tutte le regioni", ha affermato il magnate. "Siamo un movimento democratico, siamo filoeuropei. Voglio combattere a Bruxelles in favore degli interessi nazionali cechi", ha rassicurato, sottolineando di voler formare un esecutivo che dia stabilità al Paese in tempi brevi.

Le trattative per formare il nuovo governo

Non è ancora chiaro, però, con chi Babis possa governare: fino a ieri, il miliardario è apparso isolato nello scacchiere politico nazionale. Il suo braccio destro, Jaroslav Faltynek, ha comunque già annunciato di volersi rivolgere in primo luogo ai partner di governo, i socialdemocratici del Cssd e i popolari Kdu-Csl. Anche se il Cssd del premier Bohuslav Sobolka, precipitato al 7,2%, fa parte di coloro che sono stati chiaramente sconfitti. "Abbiamo combattuto, abbiamo perso", ha ammesso il leader Lubomir Zaoralek, deluso. Secondo il ministro dell'Interno Milan Chovanec, il Cssd sarebbe disposto a trattare sul nuovo governo con Ano ma senza "politici sotto accusa", altrimenti è pronto "a consolidarsi nell'opposizione". E questo appare come un chiaro veto sul nome di Babis. Secondo l'agenzia Ctk, Ano potrebbe formare una coalizione a due con gli estremisti euroscettici e anti-islamici del Partito della Libertà e della democrazia diretta (Spd) dell'imprenditore ceco giapponese Tomio Okamura. Ma non sono nemmeno esclusi dalle trattative i Pirati o i comunisti non riformati (Kscm). Mentre Ods ha già dichiarato di non essere disponibile ad alleanze.

 

Mondo: I più letti