Palestina, governo Anp torna ad amministrare la Striscia di Gaza

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Per il premier dell'Anp, Rami Hamdallah, si tratta di un "momento storico" (Getty Images)
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Il premier dell’Autorità nazionale palestinese, Rami Hamdallah, ha tenuto la prima seduta dal 2014 del suo esecutivo a Gaza City, sancendo il ritorno nei territori di Hamas. Per ora Israele sospende il giudizio sugli effetti della riconciliazione

L’Autorità nazionale palestinese (Anp), per la prima volta dal 2014, torna ad assumere la gestione amministrativa della Striscia di Gaza. Il premier Rami Hamdallah, il 3 ottobre, ha tenuto a Gaza City la prima seduta del suo governo, sancendo il ritorno ufficiale dell'autorità di Ramallah nei territori finora gestiti dal gruppo di carattere politico e paramilitare di Hamas. "Siamo qui oggi per voltare la pagina della divisione e restituire al progetto nazionale il suo giusto obiettivo che è la creazione di uno Stato", ha dichiarato Hamdallah davanti ai suoi ministri.

Un momento storico

Il premier dell'Anp il 2 ottobre è stato accolto insieme ai membri del suo governo da decine di migliaia di residenti della Striscia, che hanno festeggiato il ritorno delle autorità di Ramallah nel territorio. "È un momento storico", ha dichiarato Hamdallah, che segna la riconciliazione fra Hamas ed al-Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen. "Siamo giunti con il mandato presidenziale – ha aggiunto Hamdallah -  per dire al mondo, dal cuore di Gaza, che lo stato palestinese non può esistere senza un'unità geografica e politica tra la Cisgiordania e Gaza".

Ruolo fondamentale giocato dall'Egitto 

L'accordo tra al-Fatah e Hamas è stato raggiunto grazie alla mediazione dell'Egitto, che ha convinto nelle scorse settimane lo schieramento islamista ad annunciare lo scioglimento del proprio Comitato amministrativo, che governava di fatto la Striscia. Per questa ragione, al rientro dell'Anp a Gaza, ha partecipato anche il capo dell'intelligence egiziana, Khaled Fawzi, che è stato uno dei principali artefici della riconciliazione. L'accordo raggiunto però, secondo il presidente Abu Mazen, è stato possibile anche grazie al taglio del 22% ai finanziamenti per la Striscia imposto dall'Anp, che avrebbe ammorbidito le posizioni di Hamas. Con il ritorno a Gaza, Abu Mazen ha ribadito che in futuro non saranno ammesse intromissioni negli affari interni del Paese da parte di alcuno Stato arabo, "fatta eccezione per l'Egitto". Per quanto riguarda il controllo militare della zona, invece, il presidente palestinese ha voluto lanciare un monito ad Hamas: "Se qualcuno di al-Fatah ha un'arma illegittima in Cisgiordania, lo arresto. E lo stesso accadrà a Gaza".

Da Israele giudizio sospeso

Proprio il tema del controllo delle intemperanze di Hamas nella regione è al centro della preoccupazioni di Israele. Yoav Galant, ministro dell'Edilizia e membro del consiglio di difesa del governo israeliano, ha dichiarato che il nuovo accordo tra al-Fatah e Hamas "verrà giudicato sulla base di parametri specifici", come ad esempio: "i palestinesi sono essi pronti a riconoscere l'esistenza di Israele in questa regione? Cesseranno di sparare e di lanciare attacchi terroristici contro di noi? Puntano a un futuro di convivenza fra palestinesi ed ebrei in questa area?". Se le risposte a questi quesiti saranno affermative, ha dichiarato il ministro, "abbiamo molto di cui parlare, altrimenti concluderemo che si tratta solo di un'operazione di facciata". 

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