Venezuela, 37 morti al termine di una rivolta carceraria

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Quella di mercoledì è stata la rivolta più violenta a Puerto Ayacucho dal 2013 (Getty Images)
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Mercoledì 16 agosto nella prigione di stato di Puerto Ayacucho si è reso necessario l'intervento degli agenti di polizia in tenuta antisommossa. È il più grave incidente nel penitenziario dal 2013: il 40% dei detenuti della struttura hanno perso la vita

Una rivolta carceraria terminata con l'uccisione di almeno 37 prigionieri. È quanto avvenuto mercoledì scorso nella prigione di stato di Puerto Ayacucho, capitale dello stato venezuelano di Amazonas al confine con Brasile e Colombia.

La rivolta

A dare notizia dei fatti seguiti alla sollevazione carceraria è stato il governatore dello Stato, Liborio Guarulla che in un tweet ha precisato come il ''il 40% dei reclusi nel Centro di Detenzione Giudiziaria di Amazonas, che in totale erano 105, sono morti nell'azione messa a segno dalle forze speciali''. Negli scontri fra detenuti e polizia scoppiati intorno a mezzanotte del 16 agosto sarebbero stati feriti, secondo quanto riferito da Guarulla, anche 14 agenti. Un bollettino pesante, diramato al termine di uno scontro a fuoco tra carcerieri e detenuti. Per sedare la rivolta, che sembrerebbe essere stata scatenata dai membri di alcune gang locali, il ministero degli Interni ha ordinato l'intervento di agenti in tenuta antisommossa che hanno riportato l'ordine nel giro di poche ore. Secondo le parole dello stesso Guarulla, citato da Reuters, si è trattato di un "massacro".

Le violenze nelle carceri venezuelane

Secondo il ministro degli Interni del Paese, i detenuti uccisi erano in possesso di armi da fuoco ed erano tutti in attesa di giudizio. Il sistema carcerario del Venezuela è più volte stato segnalato come uno dei più violenti del mondo. Le prigioni sono infatti piene di detenuti appartenenti a numerose gang, molte delle quali pianificano crimini e omicidi addirittura da dietro le sbarre. Secondo le stime dell'Osservatorio venezuelano delle Prigioni, che monitora lo stato dei luoghi di detenzione, la capienza massima delle carceri nazionali è di 16mila prigionieri, anche se attualmente ne sono detenuti circa 50mila. A complicare le già difficili condizioni di vita all'interno delle carceri si è aggiunta la grave crisi economica e politica degli ultimi mesi. In questo clima è in rapido aumento il numero delle rivolte dei detenuti ridotti in alcuni casi alla fame e spesso coinvolti in un giro di contrabbando di armi. L'episodio di Puerto Ayacucho è il più grave dagli incidenti dal 2013 quando, nella stessa prigione, una rivolta terminò con la morte di 61 persone.

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