Migranti, dopo un anno riforma del diritto d'asilo è ancora bloccata

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(Foto d'archivio)
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Il testo della Commissione europea sul meccanismo per stabilire quale Stato deve esaminare le richieste si scontra con il Consiglio, in parte contrario alla ridistribuzione. Juncker promette ulteriori sforzi per Italia e Grecia. Domani prevertice con Germania e Francia

È ancora in stallo la riforma del sistema di Dublino sul diritto d'asilo proposta oltre un anno fa dalla Commissione europea. Lo scontro è con il Consiglio, ovvero con i singoli Stati: gli eurodeputati spingono per una maggiore solidarietà tra i Paesi ma i governi, in particolare il blocco Est europeo, frenano.

Cos’è il sistema di Dublino

Il meccanismo di Dublino, introdotto nel 1990 e già riformato nel 2003 e nel 2013, è pensato non secondo un principio di solidarietà, ma semplicemente per stabilire quale Stato deve esaminare una richiesta di asilo. Tra tutta una serie di criteri, il più applicato stabilisce che il primo Stato di ingresso è responsabile dell'esame della domanda. Meccanismo che, con l'aumento degli arrivi, ha generato una pressione enorme su Paesi come l'Italia.

Le modifiche del Parlamento

La Commissione europea ha presentato il 4 maggio 2016 una proposta di riforma che mantiene il criterio del Paese d'arrivo ma inserisce un meccanismo correttivo di redistribuzione, attivato nel momento in cui la capacità di accoglienza di uno Stato supera il 150%. Il testo è passato all'esame del Parlamento europeo e la relatrice incaricata, l'eurodeputata liberale svedese Cecilia Wikstrom, ha presentato a marzo il suo rapporto: circa cento pagine di correzioni al testo della Commissione, deviato verso una direzione più solidale. In sostanza, salta il criterio del Paese di prima accoglienza e subentra un meccanismo di distribuzione obbligatorio. In Parlamento, quindi, si cerca ora di elaborare una posizione comune ai vari gruppi.

La mancata intesta nel Consiglio

Il vero nodo, però, è quello del Consiglio: i Paesi dell'Est sono contrari a qualsiasi meccanismo di redistribuzione obbligatorio e restano in piedi, o addirittura peggiorano, quei punti che sfavoriscono l'Italia, con l'esame delle domande e l'assunzione di responsabilità che resterebbero tutti a carico dello Stato di primo sbarco.

Juncker promette sforzi extra

Ad esporsi e a fare pressione per chiudere sulla riforma dell'asilo entro dicembre è il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che ha detto: "La prossima settimana vedrò con i premier di Italia e Grecia quali sforzi supplementari la Commissione Ue può fare per alleviare gli sforzi di questi due Paesi nella loro lotta eroica". L'ex premier lussemburghese ha quindi fatto sentire il pressing da Tallinn, dove il collegio dei commissari ha incontrato il governo estone che gestirà i lavori dei 28 nel prossimo semestre: "La riforma del sistema europeo d'asilo ha preso troppo tempo", ha avvertito, e su questo "spero che nei prossimi sei mesi si manifesterà l'unità" dell’Unione europea.

Il prevertice di Parigi

Intanto domani a Parigi si svolgerà un prevertice, ottenuto dal governo Gentiloni, per discutere della questione migranti in vista del vertice dei ministri dell’Interno previsto a Tallinn giovedì 6 e venerdì 7 luglio. Nella capitale francese ci saranno Marco Minniti, i suoi omologhi di Francia e Germania e il commissario Ue per la migrazione Dimitris Avramopoulos. Nella principale città dell’Estonia Minniti ufficializzerà, d'accordo con il premier Paolo Gentiloni, le nuove richieste italiane, che se non saranno accolte porteranno al blocco dei porti del nostro Paese per le navi straniere che portano migranti.

I numeri

Intanto Oim, Unhcr e diverse autorità locali hanno reso noto che sono 85.105 i migranti entrati in Europa dall'inizio del 2017 fino allo scorso 21 giugno e quasi il 90% di questi è giunto nel continente attraverso la frontiera italiana. Dal 1 gennaio fino a mercoledì 28 giugno sono sbarcate nel nostro Paese 76.873 persone e, solo tra il 27 e il 29 giugno, gli arrivi sono stati 12mila. Infine, oggi un'altra nave militare con a bordo 650 persone soccorse in varie operazioni e nove cadaveri è approdata a Catania.

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