Qatar: le ricchezze dell'emirato che investe in tutto il mondo

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Doha, Qatar (Getty Images)
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Due milioni di abitanti e uno dei fondi sovrani più grandi del pianeta. La Qatar investment authority ha accumulato, negli anni, investimenti dagli Usa all'Europa in settori che vanno dalle industrie, alle banche, fino alla moda e allo sport

Un Paese piccolo, ma ricco e potente. E sospettato di sostenere gruppi islamici. È il Qatar che, dal 5 giugno, si trova al centro delle tensioni arabe dopo che Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain hanno deciso di sospendere i rapporti diplomatici con lo Stato perché sospettato di appoggiare i Fratelli Musulmani, di diffondere i messaggi di Isis e di sostenere le politiche iraniane. Dagli investimenti nel mondo, ai rapporti controversi con l'Iran, ecco quello che c’è da sapere sul piccolo ma influente Stato arabo.

Popolazione e governo

Il Qatar ha poco più di due milioni di abitanti (stime della Banca Mondiale, anno 2015) e si estende su una superficie di 11mila chilometri quadrati, nel Golfo Persico, tra gli Emirati Arabi e il Bahrein. Buona parte della popolazione si concentra nella capitale, Doha, costruita tra deserto e mare e famosa per i suoi grattacieli. Il Paese è governato dalla famiglia al-Thani, e l’emiro è Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, salito al potere nel 2013 all’età di 33 anni, in sostituzione del padre.

Dal petrolio al gas, le ricchezze del Qatar

Tra gli Stati più ricchi del mondo, il Qatar deve la sua potenza alla grande estrazione di petrolio e al fatto si essere il più grande produttore di gas naturale liquido del pianeta. Queste ricchezze hanno fatto sì che la Qatar Investment Authority accumulasse, negli anni, enormi investimenti: dagli Usa all'Europa. Il Pil pro capite, qui, è uno dei più alti al mondo.

Gli investimenti nel mondo 

Il piccolo Paese ha investito in tutto il pianeta. Negli Usa, il suo interesse è stato catturato sia da proprietà che dai media. Inoltre, proprio in Qatar, è ospitato il Centcom, cioè il comando centrale delle forze armate degli Stati Uniti in Medio Oriente. In Asia, invece, prevalgono investimenti energetici e nell'immobiliare, soprattutto se si tratta di grattacieli. Mentre l’Europa, dopo la crisi finanziaria, è diventata il nodo strategico con il fondo della Qatar Investment Authority che è corso in aiuto di numerose banche: da Barclays a Credit Suisse, fino a Deutsche Bank, dove Doha punta a superare il 10%. Per quanto riguarda gli istituti italiani, durante il governo di Matteo Renzi era emersa l'idea di un salvataggio del Montepaschi per opera del Qatar, per un miliardo, ma poi il progetto era sfumato.

Il caso europeo: dalla grande industria al lusso, fino allo sport

In Europa anche la grande industria ha attirato gli investimenti qatarioti: da Volkswagen, dove il piccolo Paese del Golfo controlla il 17%, al colosso russo Rosneft (9,75%) fino all'energia di Royal Dutch Shell (2,13%), alle materie prime di Glencore (9%). Molti anche gli investimenti in Gran Bretagna: si stima che almeno 35 miliardi di dollari siano stati destinati, nel 2015, a proprietà di lusso, a quote nei grandi magazzini di Harrod's e, per un 20%, all'aeroporto di Heathrow. Il fondo del Qatar, inoltre, è il primo investitore in Sainsbury, e Qatar Airways è al 20% di Iag, la holding che controlla British Airways, Iberia e Aer Lingus. Senza dimenticare lo sport: a Doha piace il calcio e gli emiri possiedono il Paris Saint Germain.  

Doha in Italia

L’Italia è tra i Paesi che possono contare su un grande interesse degli al-Thani. Prima di tutto nel settore della moda: con partecipazioni importanti, come per esempio la rilevazione della maison di Valentino, nel 2012, effettuata da investitori qatarioti che controllano anche Pal Zileri. Anche il settore immobiliare ha catturato l’attenzione del Qatar che ha il 100% del quartiere riqualificato di Porta Nuova, a Milano, e hotel di lusso come il Gallia, sempre nel capoluogo lombardo, o il Four Seasons di Firenze. Le partecipazioni si estendono poi fino al turismo della Costa Smeralda - con la Qatar Airways che, in Sardegna, detiene il 49% di Meridiana - e all'alimentare di Inalca.
Il fondo qatariota, inoltre, vanta un'alleanza accanto a Cassa depositi e prestiti, siglata nel gennaio del 2016. L’accordo ha due obiettivi: la collaborazione delle due istituzioni per lo sviluppo del settore turistico italiano e l’investimento di 100 milioni di euro da parte di Qia nel nuovo fondo di "Growth capital" promosso dal recente piano industriale del gruppo Cdp. 

I presunti legami con il terrorismo

Il Qatar, da anni, è il protagonista di tensioni con i Paesi vicini. La prima accusa che viene mossa al piccolo Stato è quella di finanziare il terrorismo e di dare sostegno agli islamisti, primo tra tutti al movimento della Fratellanza Musulmana,  considerato come gruppo terrorista sia in Arabia Saudita, che in Egitto e negli Emirati. Inoltre il Qatar è accusato di finanziare Hamas nella Striscia di Gaza ed è stato a lungo il luogo in cui risiedeva Khaled Meshaal, quando era capo del movimento di resistenza islamico. Il Paese è stato anche tra i principali sostenitori dell'allora presidente islamista egiziano, Mohammed Morsi, sostituito nel 2013 dall'ex capo delle forze armate, e oggi presidente, Abdel Fattah al Sisi. Da allora i rapporti tra Qatar ed Egitto sono molto tesi. Nel 2014, proprio a causa dello scontro sul terrorismo, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrain avevano richiamato i loro ambasciatori che erano tornati otto mesi dopo, quando il Qatar aveva costretto alcuni capi della Fratellanza Musulmana a lasciare il Paese.

Il rapporto con l'Iran

Ma ci sono anche altre questioni che vedono Doha e i Paesi arabi schierati su fronti opposti. Lo scontro più acceso è quello con l’Arabia Saudita: Riad, che ha da poco ricevuto la visita del presidente americano Donald Trump, ha scelto posizioni opposte sul programma nucleare iraniano e sulla sempre maggiore importanza di Teheran nelle zone di influenza del regno wahabita, soprattutto in Siria, Libano e Yemen. Il rapporto tra Qatar e Iran è stato rinsaldato anche dalla telefonata fatta il 27 maggio dall'emiro al presidente iraniano, Hassan Rohani, per congratularsi con lui per la sua rielezione. Questo è stato interpretato come un segnale rivolto a Riad che da sempre cerca di attaccare il Qatar per le sue relazioni con Theran che la monarchia sunnita considera come il peggior nemico, oltre che come una minaccia alla stabilità regionale. Ma il Qatar è legato all’Iran, e con il Paese condivide anche un enorme giacimento di gas in mare aperto.

 

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