Corea del Sud, Moon Jae-in apre al dialogo con il Nord

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Il neo presidente sudcoreano Moon Jae-in (Getty Images)
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Durante il giuramento davanti all'Assemblea Nazionale, il neo presidente ha sostenuto che farà del suo meglio per coinvolgere lo storico nemico in un processo di pace

“Farò del mio meglio per portare la pace nella penisola coreana”. È un'apertura totale alla risoluzione dell'annoso conflitto fra le due Coree quella annunciata il 10 maggio dal neo presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, durante la cerimonia di giuramento e insediamento tenutasi davanti ai membri dell'Assemblea Nazionale.

Visita a Pyongyang alle “le giuste condizioni”

Nel suo lungo discorso ai rappresentanti del popolo coreano, il nuovo inquilino della Casa Blu (la Casa Bianca sud-coreana), ha fatto subito capire di voler essere un presidente di pace, impegnandosi per una politica di dialogo con lo storico avversario del Nord. Un discorso, quello di Jae-in, che sembra voler smorzare le tensioni diplomatiche provocate negli ultimi mesi dagli scontri a distanza, e da quelli ravvicinati, fra Washington, storico alleato di Seul, e Pyongyang. In linea con quanto promesso durante la campagna elettorale, il nuovo presidente posa dunque la prima pietra della nuova “Sunshine policy”, una politica di distensione con il Nord, che il 64enne avvocato per i diritti umani ha contribuito a formulare. “Cercherò di risolvere con urgenza la crisi - ha dichiarato Moon in parlamento. Se ce ne sarà bisogno volerò a Washington. Andrò a Pechino e Tokyo, e se le condizioni saranno giuste, anche a Pyongyang”. Il nuovo presidente ha anche cercato un dialogo con l'opposizione conservatrice per chiedere una collaborazione riguardo al processo di distensione con il Nord. Il nuovo presidente si è rivolto in particolare al Liberty Korea Party, il cui candidato alle presidenziali, Hong Joon-pyo, ha raccolto il maggiore numero di consensi alle elezioni di ieri, dopo Moon.

La posizione con gli Stati Uniti

Moon conferma dunque la volontà di risolvere la crisi nuclerare nord-coreana espressa la scorsa settimana durante un'intervista rilasciata al Washington Post nella quale aveva dichiarato di trovarsi “sulla stessa lunghezza d'onda” del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il nuovo presidente ha però anche precisato che la sua sarà una “diplomazia equilibrata” che prevede una Corea del Sud più determinata sul fronte delle scelte di politica estera e di difesa, e più indipendente dalle richieste dello storico alleato statunitense. Proprio da Washington è arrivato uno dei primi messaggi di congratulazioni per il nuovo presidente: “Siamo ansiosi di lavorare con il presidente Moon – si legge in un comunicato della Casa Bianca - per continuare a rafforzare l'alleanza tra Stati Uniti e repubblica di Corea ed approfondire la duratura amicizia ed alleanza tra i nostri due Paesi”.

Le promesse economiche

Nel corso della cerimonia d'insediamento, Moon ha anche ribadito l'intenzione fare della Corea del Sud “un Paese di cui la gente potrà essere orgogliosa”. La "Sunshine Policy" tenterà infatti un nuovo approccio nei confronti della Corea del Nord, che si allargherà anche al ritiro delle sanzioni e al coinvolgimento di Pyongyang negli scambi di natura commerciale. Una vera e propria sfida alla quale il presidente aggiunge quella sul lavoro. La Corea del Sud ha infatti raggiunto un tasso record di disoccupazione giovanile, che si cerca di arginare grazie a incentivi alle piccole e medie imprese operanti nel paese. Aziende in netto ritardo rispetto alle Big 4 nazionali: Samsung, Lg, Sk e Hyundai. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Yonhap le prossime azioni di Moon su questi quattro grandi attori economici prevede un loro coinvolgimento in un processo di riforma della governance per aumentarne la trasparenza.

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