Gabriele Del Grande: "Non ho capito perché mi hanno fermato". LE TAPPE

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Il giornalista e regista è tornato in Italia dopo 14 giorni di detenzione in Turchia: "Sono stato fermato da agenti in borghese". E aggiunge: "Non mi hanno torto un capello"

E' libero. Dopo 14 giorni di detenzione in Turchia, Gabriele Del Grande è tornato in Italia. Atterrato poco dopo le 10.30 all'aeroporto di Bologna, è stato accolto dalla famiglia e dal Ministro degli Esteri Angelino Alfano, che su Twitter aveva dato l'annuncio della notizia del suo rientro a casa.  "Missione compiuta" afferma poi il ministro mentre in aeroporto abbraccia il 35enne. 

"Non mi hanno torto un capello"

"Un saluto a tutti i giornalisti che sono ancora in carcere in condizioni peggiori della mia in Turchia e in tutto il mondo". Sono state queste le prime parole pronunciate dal giornalista e documentarista 35enne, che ha raggiunto la  notorietà nel 2014 con il film "Io sto con la sposa", che racconta l'esperienza di 5 profughi in fuga dalla Siria fino alla Svezia. E sempre i profughi di guerra sono al centro del lavoro che stava conducendo quando è stato arrestato in Turchia.

"Non ho ancora capito perché sono stato fermato, gli avvocati cercheranno di capirlo" ha aggiunto. Ha poi ribadito di non aver subito alcun tipo di violenza: "Non mi è stato torto un capello" ha detto, precisando che a fermarlo sono stati "agenti in borghese", per cui non è riuscito a capire se fossero poliziotti o militari. "Sono stato fermato e sono uscito stanotte dal luogo dove mi trovavo" ha chiarito. 

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Scrittore, regista, blogger, giornalista. La sua attività è legata al blog Fortress Europe, in cui raccoglie e cataloga tutti gli eventi riguardanti le morti e i naufragi dei migranti africani nel Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l'Italia. E' la principale attività di monitoraggio del fenomeno su scala europea.

Fermato il 9 aprile

Viene fermato il 9 aprile durante un controllo di sicurezza nella provincia di Hatay, al confine sud-ovest della Turchia, in una zona in cui non è consentito l'accesso: i giornalisti devono essere muniti di accredito stampa rilasciato dalle autorità di Ankara. Lo stato di emergenza in vigore nel paese inasprisce il controllo, specie al confine siriano, dove il regista è stato trovato sprovvisto di tali documenti. Fonti diplomatiche definiscono incerti i tempi del rimpatrio.

L’11 aprile l’annuncio dell’espulsione

L'11 aprile fonti diplomatiche riferiscono che Del Grande sarà espulso. Il giornalista è detenuto senza un'accusa formale di reato. Viene trasferito a Mugla, sulla costa egea, in un centro di identificazione ed espulsione, il che lascia ben sperare in una rapida risoluzione del caso. Il 14 aprile la Turchia fa sapere di averlo spostato in una guest house e il giorno successivo le autorità di Ankara fanno sapere che sta bene. La prima telefonata a casa è però solo del 18 aprile: Del Grande annuncia uno sciopero della fame. La Farnesina ne chiede la liberazione e annuncia l'invio del console italiano a Mugla.

Il 19 aprile lo sciopero della fame

Il 19 aprile il blogger inizia uno sciopero della sete e della fame per protestare contro la violazione dei suoi diritti civili. Si stringe il pressing per la sua liberazione Dal ministro degli Esteri Angelino Alfano arriva una "ferma richiesta di immediato rilascio". I genitori chiedono aiuto: Gabriele è solo, viene continuamente interrogato in quanto il motivo del mancato rilascio sembra dovuto al suo lavoro di scrittore, dicono. La fidanzata aggiunge: fermato solo perché filmava i profughi. Si moltiplicano le richieste di liberazioni e le iniziative di mobilitazione. L'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini chiede il rilascio.

20 aprile, Gentiloni chiede rapido intervento

Il 20 aprile dagli Usa il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiede una soluzione rapida e da Roma il ministro degli Esteri Angelino Alfano annuncia che Ankara ha concesso al giornalista di incontrare all'indomani il console italiano e il legale. Venerdì 21 aprile, a 12 giorni dall'arresto, nove dei quali trascorsi in isolamento, Del Grande incontra il console italiano a Smirne Luigi Iannuzzi e il suo legale turco Taner Kilic. Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani esorta alla "fermezza senza interrompere il dialogo" con la Turchia.

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La mobilitazione

Tra le iniziative per chiedere la liberazione del blogger, la liberazione, sit-in al Quirinale, a Berlino e a Bruxelles. Il quotidiano Il Tirreno si mobilita con una grande scritta "Gabriele Libero". Gigantografia su sede Provincia e Comune Lucca. Presidi, fiaccolate e richieste di liberazione da diversi comuni italiani, appelli da numerose istituzioni regionali, provinciali e comunali. Il 23 aprile Del Grande interrompe lo sciopero della fame e riesce a chiamare la moglie in Italia.

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