Incontro Lavrov-Tillerson, sì a inchiesta Onu su uso gas in Siria

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"Lo stato delle nostre relazioni non è idilliaco" ha detto il ministro degli Esteri russo al termine del colloquio durato due ore. Il segretario di Stato Usa: "Assad dev'essere rimosso"

S'incontrano a Mosca in un clima, a detta di entrambi, tutt’altro che disteso, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il segretario di stato Usa, Rex Tillerson. "Lo stato delle relazioni tra Usa e Russia non è quello più idilliaco" ha detto Lavrov, al termine dell'incontro durato circa due ore. "Abbiamo una serie di questioni da risolvere, alcune ereditate dall'amministrazione precedente, che sono una vera bomba a orologeria. Ci aspettiamo che la controparte americana faccia la sua parte", ha continuato.  "Le relazioni tra Stati Uniti e Russia sono ad un punto basso, caratterizzato da un basso livello di fiducia” ha replicato il segretario di Stato americano, Rex Tillerson.

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Aperture al dialogo

Da entrambi è arrivata comunque un'apertura per cercare di normalizzare i rapporti. "Siamo - ha detto Lavrov - ben disposti a risolvere le divergenze per migliorare le nostre relazioni. Siamo anche d'accordo nel fornire dei rappresentanti speciali dei nostri governi per un confronto e per discutere nel dettaglio sui fattori di frizione per migliorare le relazioni", ha aggiunto. Anche Tillerson ha evocato la necessità del dialogo per migliorare i rapporti tra i due paesi e ritrovare fiducia.

 

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Il nodo della Siria

Tra i temi più scottanti del colloquio, la situazione in Siria. A questo proposito il segretario di Stato americano Rex Tillerson ha accusato il regime di Assad di aver usato bombe al cloro e altre armi chimiche in "oltre 50 occasioni". Per Tillerson "Bashar al Assad non può governare la Siria, la sua rimozione dal potere deve avvenire in modo strutturato e organizzato". "Non abbiamo prove" che sia stato Bashar Assad a ordinare l'attacco chimico, ha detto invece Lavrov, il quale ha riferito che un punto di incontro con gli Usa è stato trovato circa la necessità di un'inchiesta dell'Onu sull'attacco chimico in Siria. Ma, ha avvertito, il capo della diplomazia russa, non deve accadere in Siria cio' che si è verificato "in Libia e in Iraq" i cui leader sono stati rimossi. Mosca, dal canto suo, userà la propria "influenza" per convincere Assad a collaborare con l'Onu sebbene sia chiaro che l'arsenale chimico è oggi in mano ai "terroristi".

 

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