Usa, Pentagono: portaerei americana verso la Corea del Nord

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La flotta Carl Vinson in una foto d'archivio

La flotta Carl Vinson ha cambiato rotta per tornare verso la penisola: “Una misura di prudenza, Pyongyang è una minaccia”. Ieri il commento del ministro degli Esteri nordcoreano all'attacco statunitense in Siria: "Inaccettabile. Valida la nostra decisione di sviluppare gli armamenti nucleari"

La flotta di navi americane Carl Vinson, che include una portaerei, si sta muovendo verso la penisola coreana, nel Pacifico occidentale. Lo hanno reso noto fonti del Pentagono, confermando così ancora una volta la volontà di Washington di mobilitarsi contro le ambizioni nucleari di Pyongyang dopo i test missilistici degli ultimi due mesi. L'aumento della presenza nell'area per gli Usa sarebbe "necessario" dato l'atteggiamento della Corea del Nord che ieri ha sostenuto che l'attacco Usa in Siria giustificherebbe la decisione di Pyongyang di sviluppare i suoi armamenti nucleari.

Il sostegno agli Stati Uniti è stato confermato dal Giappone, durante una telefonata tra il presidente Donald Trump e il primo ministro Shinzo Abe, e dalla Corea del Sud durante un altro colloquio con Hwang Kyo-ahn, premier e presidente reggente sudcoreano. L’inquilino della Casa Bianca ha discusso della questione anche con il presidente cinese Xi Jinping nel loro primo summit a Mar-a-Lago, in Florida.

 

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“Una misura di prudenza” - "Il commando del Pacifico degli Stati Uniti ha ordinato al gruppo aeronavale di portaerei Carl Vinson di mobilizzarsi come misura di prudenza per mantenere la sua disposizione e presenza nel Pacifico" - ha spiegato Dave Benham, portavoce dello US Pacific Command del Pentagono - La principale minaccia nella regione continua a essere la Corea del Nord, a causa del suo irresponsabile e destabilizzante programma nucleare". Prudenza, quella annuncata dal dipartimendo della Difesa, che deriverebbe dalla reazione di Pyongyang all’intervento degli Stati Uniti in Siria, definito come "assolutamente inaccettabile", una "chiara invasione" e una conferma alla "validità" della propria decisione di dotarsi, sviluppare e rafforzare gli armamenti nucleari.
Il gruppo di navi da guerra da inizio marzo ha preso parte alle manovre congiunte di Usa e Seul nel mezzo delle tensioni intercoreane alimentate dal test missilistico del 12 febbraio e dall'omicidio del 13 febbraio a Kuala Lumpur di Kim Jong-nam, fratellastro del leader Kim Jong-un. 

 

Ipotesi di un test il 15 aprile - Il gruppo di navi da guerra Carl Vinson, sotto il controllo della terza forza del Pacifico Orientale, ha sospeso una missione prevista in Australia e tornerà a dirigersi in acque vicine alla penisola coreana dove già era stata di stanza un mese fa per partecipare alle manovre militari annuali assieme alla marina della Corea del Sud. Nei piani originari, la flotta avrebbe dovuto fare rotta verso l'Australia, ma i timori di nuove provocazioni di Pyongyang, con l'ipotesi di sesto test nucleare o di lancio di un missile intercontinentale a ridosso del 15 aprile (compleanno del fondatore dello Stato, Kim Il-sung), ha portato al ritorno verso la penisola coreana. Alcune settimane fa, Uriminzokkiri, il principale mezzo di propaganda verso l'esterno della Corea del Nord, ha postato sul suo sito un video che mostra la portaerei Vinson prima finire nel mirino immaginario di Pyongyang e poi bruciare tra le fiamme.

 

Il video di Uriminzokkiri

 

L’appoggio del Giappone - Un appoggio agli Stati Uniti arriva dal Giappone, nella persona del primo ministro Shinzo Abe che in una telefonata di 45 minuti ha ribadito la volontà di cooperare contro il programma missilistico e nucleare della Corea del Nord. Secondo fonti citate da media locali giapponesi, entrambi i leader hanno sottolineato l'importanza di uno stretto coordinamento.

 

La cooperazione con Seul e i dubbi della Cina - Donald Trump ha rassicurato anche Seul sulla volontà di difendere l’alleato dalle minacce di Pyongyang: il tycoon ha avuto ieri una telefonata di circa 20 minuti con Hwang Kyo-ahn, premier e presidente reggente sudcoreano, dicendo di aver discusso "in profondità il grave problema del nucleare nordcoreano e su come affrontarlo" con il presidente cinese Xi Jinping, in visita in Florida nei giorni scorsi. Trump, secondo l'Ufficio di Hwang, ha espresso a Xi la piena posizione americana sulle ragioni del dispiegamento dei sistemi anti-missile Thaad in Corea del Sud, fortemente osteggiati da Pechino che li vede come una minaccia alla sicurezza. Tuttavia, il segretario di Stato Rex Tillerson, ha riferito che i due leader "hanno concordato sulla necessità di aumentare la cooperazione e di lavorare con la comunità internazionale per convincere la Corea del Nord a risolvere in modo pacifico la questione nucleare e ad abbandonare i suoi illeciti programmi sugli armamenti".

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