Ucraina, accordo tra Yanukovich e le opposizioni

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Il presidente apre ad elezioni anticipate: subito un governo di unità nazionale e una riforma della Costituzione. La piazza accetta a denti stretta l'intesa. Tregua armata in strada. La polizia si ritira dal centro di Kiev

Dopo la carneficina di questi giorni a Kiev (tutte le foto), dove hanno perso la vita decine di persone, il presidente ucraino Viktor Yanukovich viene incontro all'opposizione, sullo sfondo di un negoziato fiume mediato a Ue e Russia, e in una nota pubblicata su Internet annuncia il suo 'ok' a un compromesso: elezioni presidenziali anticipate, il ripristino della Costituzione approvata dopo la Rivoluzione Arancione del 2004, che limita i poteri presidenziali, e un governo di unità nazionale.
Concessioni che puntano a evitare altri scontri sanguinosi tra polizia e insorti, secondo lo stesso Yanukovich.

L'opposizione accetta - Euromaidan, la piattaforma rappresenta gli attivisti in piazza a Kiev, in un primo momento respinge l'accordo rilanciando la richiesta di dimissioni immediate del presidente, poi come annunciato da uno dei tre principali capi del fronte anti-governativo, il nazionalista Oleg Tiaghnibok, decide di accettare l'intesa.
Yanukovich per ora non fa cenno a scadenze né alla data del voto. Secondo media locali, però, le elezioni presidenziali dovrebbero tenersi alla fine di quest'anno e non nel 2015 come era previsto.

Ritorno alla Costituzione del 2004 - Da subito, però, i poteri presidenziali sono stati ridimensionati, con la Verchovna Rada, il Parlamento, che ha approvato con 387 sì e un solo no il ritorno alla Costituzione del 2004 che fra l'altro stabiliva che il Parlamento deve votare la fiducia ai ministri. Subito dopo è stato destituito il ministro dell'Interno, Vitaly Zakharchenko, inviso all'opposizione. Il presidente filo-russo si è anche impegnato a non imporre lo stato d'emergenza e autorità e manifestanti dovranno evitare qualsiasi ricorso alla violenza.
Qui sotto il tweet col quale Euromaidan annuncia il voto sulla Costituzione. 

Poliziotti a sostegno dei manifestanti - Yanukovich, peraltro, continua a perdere pezzi. Da Leopoli, nell'ovest filo-europeo, decine di poliziotti sono partiti per Kiev per difendere i manifestanti mentre il vicecapo di Stato maggiore dell'esercito, generale Yuri Dumanski, si è dimesso per protesta contro il tentativo del governo di coinvolgere le forze armate nella repressione delle violenze. Le sue dimissioni seguono l'uscita di scena del capo di Stato maggiore, Volodymyr Zamana, cacciato il 19 febbraio da Yanukovich senza dare spiegazioni. Zamana aveva preso pubblicamente posizione contro il presidente per l'ipotesi di imporre lo stato di emergenza in risposta all'ondata di proteste anti-governative. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha avvertito che "le forze armate ucraine non dovrebbero rivolgersi contro il proprio popolo".
Da Mosca, intanto, il ministro dell'Economia russo Alexej Ulyukayev, ha avvertito Kiev che il suo governo non ha ancora preso alcuna decisione sul versamento della seconda tranche da 2 miliardi di dollari di aiuti finanziari.

Boldrini riceve la figlia di Tymoshenko -
In giornata, invece, la  figlia dell'ex premier Yulia Tymoshenko, Evghenia, in visita a Roma, ha ribadito che l'unica via di uscita per la guerra civile è la convocazione delle elezioni presidenziali entro pochi mesi.

Con Yevhenia, figlia di Yulia #Tymoshenko, @Montecitorio per sostenere il popolo ucraino in un momento drammatico. pic.twitter.com/1lUBqRxiG1 "Yanukovich è delegittimato, deve essere processato per i crimini che ha commesso contro il suo popolo". "Processate Yanukovich" ha detto la figlia di Tymoshenko.

Massacro a Kiev - La tregua per quanto fragile per ora tiene. Il raggiungimento dell'intesa è però costato un caro prezzo. L'accordo è infatto arrivato dopo una delle giornate più pesanti dall'inizio delle proteste. Nella sola giornata di giovedì 20 febbraio le vittime degli scontri in piazza sono state 80, secondo fonti ufficiali, oltre 100 secondo la piazza. Da Sochi, infine, è arrivato un altro segnale di speranza: le ragazze del biathlon, che nei giorni scorsi avevano minacciato di lasciare i Giochi in polemica con Yanukovich, hanno vinto la medaglia d'oro nella staffetta, precedendo la squadra russa.

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