Datagate, bloccato l'aereo di Morales. Ma Snowden non c'era

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Il velivolo che ospitava il presidente della Bolivia, di ritorno dalla Russia, è stato costretto ad atterrare a Vienna per il sospetto che trasportasse l'ex tecnico della Cia, che ha chiesto asilo a diversi Paesi. Ira dei boliviani: "Aggressione"

Il caso Datagate rischia di creare nuove crisi diplomatiche. Nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 luglio, l'aereo che trasportava il presidente boliviano Evo Morales, di ritorno dalla Russia, è stato costretto ad atterrare all'aeroporto Schwechat di Vienna per il sospetto che ospitasse a bordo Edward Snowden, l'ex tecnico Usa che ha provocato un caso internazionale dopo aver rivelato che Washington spiava milioni di americani. Diversi Paesi europei, tra cui Francia, Portogallo e Italia hanno bloccato lo spazio aereo costringendo il velivolo a una deviazione su Vienna. L'aereo è poi ripartito nella mattinata del 3 luglio.
Intanto, resta alta la tensione tra Europa e Usa sul Datagate, con la Francia che ha chiesto una "sospensione temporanea" delle trattative per l'accordo sul libero scambio che dovrebbero iniziare a Washington lunedì prossimo. "Non vogliamo bloccare i negoziati - ha chiarito la portavoce - ma ci sembra più saggio sospenderli per un paio di settimane per evitare le controversie e avere il tempo di ottenere le informazioni che abbiamo chiesto". Slitta invece a domani 4 luglio l'audizione del ministro degli Esteri Emma Bonino alle commissioni Affari Costituzionali ed Esteri di Camera e Senato sugli ultimi sviluppi dell'Nsagate prevista per oggi.

Snowden non è a bordo - Il governo austriaco ha escluso che la 'talpa' dell'Nsagate, ricercata dagli Stati Uniti per spionaggio, si trovi sull'aereo di Morales. Il portavoce del Ministero dell'Interno ha assicurato che sono stati "controllati i passaporti" di tutti i passeggeri dell'aereo presidenziale. Le autorità hanno ricevuto garanzie dallo stesso Morales e dal ministro della Difesa che Snowden non si trovi a bordo. "Non sono un criminale", ha dichiarato ai cronisti il presidente boliviano.
Lo spazio aereo dei Paesi europei è stato riaperto dopo più di 10 ore. La decisione comune deriva dal fatto che gli Stati coinvolti (tra cui l'Italia) fanno parte di un sistema integrato di difesa aerea. La misura preventiva è stata revocata e il volo di Morales è ripartito dall'aereoporto di Vienna.

Dure reazioni in Sudamerica: un'aggressione - L'episodio ha creato grandi polemiche in Sudamerica. La Bolivia è furiosa e il ministro degli Esteri, David Choquehuanca, ha affermato che la vita di Morales è stata messa in pericolo con l'atterraggio di emergenza. "Non sappiamo chi abbia inventato questa menzogna, ma vogliamo denunciare l'ingiustizia". Parlando con la stampa, il presidente boliviano ha spiegato di aver ricevuto telefonate dai vari capi di Stato sudamericani: l'argentina Cristina Fernandez de Kirchner, l'ecuadoriano Rafael Correa, il venezuelano Nicolas Maduro. Tutti concordi nel definire la vicenda "un attentato e un'aggressione brutale".
L'ambasciatore boliviano a Roma Antolin Ayaviri ha detto che il "no" al sorvolo di Francia e Portogallo ad Evo Morales "non è altro che una 'mano' dell'impero" Usa. "Non c'è giustificazione. Non soltanto il popolo boliviano ma tutti sono dispiaciuti di quanto accaduto" che testimonia "ciò che l'imperialismo fa con i popoli".

La solidarietà di Wikileaks - Intanto Wikileaks ha denunciato che l'ambasciata dell'Ecuador a Londra sarebbe stata intercettata. La notizia è stata diffusa sull'account Twitter di Wikileaks, secondo cui il ministro degli Esteri dell'Ecuador, Ricardo Patino, avrebbe individuato un microfono nascosto nella sede diplomatica. Sulla stessa pagina, Julian Assange esprime solidarietà al presidente della Bolivia Evo Morales "in relazione all'aggressione all'aereo presidenziale". Wikileaks ha anche ricordato che "non ci sono mandati di cattura internazionali su Edward Snowden".

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