New York Times: L'Aquila, esempio da non seguire

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Il critico d'arte Michael Kimmelman lancia il monito per la ricostruzione dopo la distruzione provocata dall'uragano Sandy e cita il caso del terremoto in Abruzzo del 2009. Il sindaco Cialente: "Duro stare nei container 5 anni"

Il terremoto dell'Aquila sia un monito per New York colpita dall'uragano Sandy (LE FOTO) e adesso alle prese con la ricostruzione. Il suggerimento, sia pure riconoscendo le dovute differenze tra le due realtà, viene dal noto critico d'arte del New York Times Michael Kimmelman che ha seguito da vicino le vicissitudini degli aquilani messi ko dal devastante sisma del 2009 (qui l'articolo originale).

L'Aquila, tra new town e centro storico chiuso - "L'Aquila, capoluogo dell'Abruzzo, nel centro Italia, è assai lontana da Staten Island o Rockaways, ma le difficoltà che la città italiana incontra per riprendersi dal terremoto possono essere un monito per New York, a sua volta colpita dall'uragano Sandy" scrive Kimmelman.
La strada seguita per la ricostruzione dell'Aquila non è per il critico d'arte statunitense un esempio da seguire. In particolare, Kimmelman cita il piano delle cosiddette "new town" messo in campo dall'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Si tratta, scrive, di "tristi,  isolati, minuscoli e costosi appartamenti", impiantati "nella periferia della città, tagliati fuori dai trasporti di massa e dalla vita civile" che hanno comportato la contestuale morte del centro storico cittadino ridotto ad un cumulo di macerie divenuto meta di "turismo pornografico" da parte di chi vi si reca apposta per guardare e fotografare le rovine.
E sull'argomento interviene anche il sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente che, pur non difendendo il progetto C.A.S.E. del governo Berlusconi, afferma che l'alternativa di dormire in container sarebbe stata ancora più pesante per i cittadini.

Cialente: "Duro dormire 5 anni in container" - "La strategia emergenziale è stata decisa dal governo Berlusconi - commenta Cialente  - d'altra parte l'alternativa al progetto Case, le cosiddette new town, sarebbe stata quella di costruire Map (moduli abitativi provvisori) e container ma stare nei container per cinque anni sarebbe stato ancora più duro". Il sindaco ha colto l'occasione per accusare invece l'ex commissario per la ricostruzione, nonché attuale presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e l'ex capo della Struttura tecnica di missione, Gaetano Fontana. "Il problema non è il progetto Case ma l'eccessivo tempo perso, il che ha fatto dilatare i tempi di ricostruzione e rientro a casa a causa del commissario Chiodi e del capo struttura Fontana, incapaci di far andare con speditezza le procedure sostenute dal piano di Berlusconi".

Il monito per New York - E parla anche di tempistiche e promesse non mantenute il critico d'arte sul New York Times: "Le promesse non mantenute all'Aquila possono essere un monito per la ricostruzione post uragano a New York" afferma nel suo articolo. "Le autorità italiane hanno continuato a promettere di restaurare la città al suo antico aspetto, ma meno di una dozzina di edifici sono stati riparati delle centinaia che sono stati  danneggiati nel centro della città che è una sorta di città fantasma" scrive ancora il principale critico d'arte del quotidiano newyorkese che è stato più volte all'Aquila dopo il terremoto, "l'ultima prima della cerimonia di inaugurazione del nuovo Auditorium di Renzo Piano" quando lo scorso ottobre si è registrato, scrive, "un segno di progresso". Dall'esempio dell'Aquila, dunque, New York dovrebbe comprendere che una catastrofe naturale come un sisma o un uragano possono essere "un test per l'immaginazione". E, in questo senso, la spinta per cambiare una città o una nazione senza ostinarsi a rincorrere con promesse irrealizzabili, l'antico splendore.
Vale a dire: anche senza le case in pietra tipiche della tradizione, L'Aquila potrebbe rinascere, diversa, con case antisismiche in legno. New York è avvisata.

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