Leader Pussy Riot dal carcere: “Amo la Russia, odio Putin”

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Nadia Tolokonnikova, una delle ragazze della banda punk che stanno scontando la pena di due anni di prigione, in un’intervista a Der Spiegel dice: “Condannandoci senza aver commesso alcun crimine il sistema ha condannato se stesso”

"Amo la Russia, ma odio Putin". Lo ha dichiarato la leader delle Pussy Riot Nadia Tolokonnikova al giornale tedesco Der Spiegel, in un'intervista rilasciata, con la mediazione del suo avvocato, dal carcere dove sta scontando due anni di detenzione. La ragazza, 22 anni, ha poi invocato la rivoluzione e spiegato che "il sistema putiniano non appartiene al XXI secolo", ma ricorda più "le società primitive o i regimi dittatoriali del passato". "Condannandoci senza aver commesso alcun crimine, il sistema ha condannato se stesso", ha aggiunto.

Insieme alle compagne della band punk femminista, Katya Samutzevich (29 anni) e Maria Aliokhina (24 anni), Nadia è stata condannata da un tribunale di Mosca per "teppismo motivato da odio religioso" a causa di una performance anti-Putin, nella cattedrale di Cristo Salvatore.
Nell'intervista, Nadia ha ribadito di non avere rimpianti e raccontato di passare il tempo in prigione leggendo dalla Bibbia ai lavori del filosofo sloveno Slavoj Zizek, che di recente ha espresso solidarietà alla causa delle Pussy. "La mancanza di libertà di movimento - ha spiegato - non restringe la libertà di pensiero".

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