Il primo ministro ha annunciato una riforma della pubblica amministrazione da 3,5 miliardi di euro. Ridotti i sussidi di disoccupazione, mentre l'Iva viene alzata del 3%. Per le strade di Madrid protestano i minatori
Il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, ha annunciato che aumenterà l'Iva di tre punti percentuali, dal 18 al 21%, nel contesto di una serie di misure di austerità che, tra aumenti di tasse e tagli di costi, porteranno a un taglio del budget pubblico di 65 miliardi di euro nei prossimi due anni e mezzo. Intanto, per le strade di Madrid si sono riversati centinaia di minatori, che già avevano protestato a marzo contro i tagli ai sussidi al settore. I lavoratori insieme ad altri manifestanti sono stati protagonisti di scontri con le forze dell'ordine che hanno provocato decine di feriti.
Rajoy, inoltre, ha annunciato che la riforma della pubblica amministrazione dovrebbe portare risparmi per 3,5 miliardi di euro. Il premier spagnolo ha comunicato che quest'anno i funzionari pubblici non riceveranno la tredicesima e subiranno un taglio dei giorni di ferie e dei permessi sindacali. Toccati pure i sussidi alla disoccupazione, ridotti per i nuovi percettori a partire dal sesto mese al 50% dal 60% dell'ultimo salario.
Con l'economia in recessione, una disoccupazione a livello record e la discesa delle entrati fiscali, la Spagna sta cercando il modo di centrare gli obiettivi di riduzione del deficit concordati con l'Unione Europea.
Nei giorni scorsi la Ue aveva concesso alla Spagna un anno in più per il rientro del deficit al 3% del Pil, da attuare non più entro il 2013 ma entro il 2014. Un documento della Commissione Europea mostra, tuttavia, che anche questo nuovo target è difficile da raggiungere. "Queste misure non sono piacevoli ma necessarie. La nostra spesa pubblica supera le entrate di decine di miliardi di euro", ha dichiarato il premier in Parlamento.
Rajoy ha anche annunciato nuove tasse indirette sull'energia, per risolvere il problema del deficit tariffario (pari a oltre 25 miliardi), piani di privatizzazione di porti, aeroporti e asset ferroviari, e l'abolizione degli sgravi fiscali sugli immobili, che il suo partito aveva ripristinato lo scorso dicembre.
Mantenendo la promessa che aveva fatto in campagna elettorale, il premier non ha toccato le pensioni, ma ha preannunciato che ci saranno interventi sulla previdenza secondo le linee indicate da Bruxelles, e l'aggravio fiscale è stato spostato dalle imposte dirette su lavoro e reddito alla tassazione sui consumi.
Rajoy, inoltre, ha annunciato che la riforma della pubblica amministrazione dovrebbe portare risparmi per 3,5 miliardi di euro. Il premier spagnolo ha comunicato che quest'anno i funzionari pubblici non riceveranno la tredicesima e subiranno un taglio dei giorni di ferie e dei permessi sindacali. Toccati pure i sussidi alla disoccupazione, ridotti per i nuovi percettori a partire dal sesto mese al 50% dal 60% dell'ultimo salario.
Con l'economia in recessione, una disoccupazione a livello record e la discesa delle entrati fiscali, la Spagna sta cercando il modo di centrare gli obiettivi di riduzione del deficit concordati con l'Unione Europea.
Nei giorni scorsi la Ue aveva concesso alla Spagna un anno in più per il rientro del deficit al 3% del Pil, da attuare non più entro il 2013 ma entro il 2014. Un documento della Commissione Europea mostra, tuttavia, che anche questo nuovo target è difficile da raggiungere. "Queste misure non sono piacevoli ma necessarie. La nostra spesa pubblica supera le entrate di decine di miliardi di euro", ha dichiarato il premier in Parlamento.
Rajoy ha anche annunciato nuove tasse indirette sull'energia, per risolvere il problema del deficit tariffario (pari a oltre 25 miliardi), piani di privatizzazione di porti, aeroporti e asset ferroviari, e l'abolizione degli sgravi fiscali sugli immobili, che il suo partito aveva ripristinato lo scorso dicembre.
Mantenendo la promessa che aveva fatto in campagna elettorale, il premier non ha toccato le pensioni, ma ha preannunciato che ci saranno interventi sulla previdenza secondo le linee indicate da Bruxelles, e l'aggravio fiscale è stato spostato dalle imposte dirette su lavoro e reddito alla tassazione sui consumi.