Web, Romney prova a sfidare Obama. Nonostante i numeri

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Screenshot dell'infografica realizzata dal servizio di monitoraggio Social Bakers. In blu Obama, in rosso Romney - Credits: Social Bakers
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Le cifre assolute sui social network condannano lo sfidante repubblicano. Ma l’ex governatore del Massachusetts trae conforto da dati sul coinvolgimento degli utenti. E dai sondaggi che lo danno in recupero sull’attuale inquilino della Casa Bianca

di Raffaele Mastrolonardo

Quanto ad amici non c'è partita: vince Barack Obama a mani basse. E anche sui seguaci c'è poco da fare: il presidente in carica, pioniere nell'uso del web in chiave elettorale, stacca Mitt Romney in scioltezza. Eppure, in una battaglia in cui si dice che la rete peserà come non mai, lo sfidante repubblicano riesce a trovare nei dati qualche motivo di conforto, soprattutto negli ultimi tempi. Per farlo, però, deve evitare di guardare alla mera quantità e analizzare coinvolgimento e partecipazione, elementi sui quali lo staff conservatore punta per ridurre lo scarto e cercare di riprodurre anche in rete quel testa a testa indicato dagli ultimi sondaggi.

Grandi numeri
- Se ci si sofferma sulle cifre assolute, infatti, il confronto è a dir poco impari. I 27 milioni di “amici” su Facebook di Obama fanno impallidire i 2 milioni scarsi di Romney. Un rapporto di 14 contro 1 che su Twitter, addirittura, raddoppia: 30 a 1, ovvero più di 16 milioni di follower rispetto ad appena 562 mila. Eppure, fanno notare alcuni osservatori, questi dati non raccontano tutta la storia, influenzati come sono da 4 anni di presidenza e di investimenti in rete da parte di Obama. Altre metriche, dunque, raccontano di una contesa più equa. Come ha fatto notare il quotidiano The Guardian, se si guarda alla partecipazione degli utenti su Facebook, ovvero alla condivisione di contenuti e ai commenti, il margine del presidente scende ad un più “umano” 3 contro 1: 640 mila rispetto a 240 mila. Simile tendenza si verifica su Twitter, almeno stando a quanto raccontano al giornale inglese gli strateghi online di Romney: “recentemente” i cinguettii ufficiali dello sfidante sono stati re-twittati in media 608 volte, quelli dell'inquilino della Casa Bianca 750; una differenza esigua, soprattutto se si tiene conto del divario nel numero complessivo dei seguaci.

Strada lunga - Insomma, se si sbircia sotto i grandi numeri si scopre una storia leggermente differente. Almeno questo sostengono i consulenti virtuali conservatori. I quali – dice sempre il Guardian – sono convinti che gli sforzi online stanno cominciando a pagare. Se così è, tuttavia, la strada verso il riequilibrio delle forze è ancora lunga, come dimostra un recente report realizzato da Social Bakers, azienda specializzata nel monitoraggio dei social network. Nel mese di maggio, per esempio, il numero di persone che su Facebook hanno “parlato” di Obama sono state più di 800 mila contro i 173 mila che hanno discusso di Romney. Mentre nello stesso periodo il democratico ha acquisito 620 mila nuovi fan rispetto ai 136 mila del rivale. Ovvero, raccontano le statistiche di SocialBaker se progresso c'è è non è poi così sensibile. Dopo tutto, certe differenze non possono essere annullate in poco tempo. Lo staff elettorale di Obama conta ormai 750 persone tra le quali sono compresi specialisti della comunicazione online, programmatori e analisti. La squadra di Romney si ferma a 87. Nei primi mesi dell'anno, inoltre, il presidente – le cui casse elettorali sono piene - ha investito in pubblicità online 16,4 milioni di dollari, mentre lo sfidante meno della metà (7,8 milioni).

Testa a testa – Pareggiare le sorti sul web sembra dunque molto difficile per lo sfidante. Al quale però potrebbe bastare anche solo un leggero riequilibrio dei valori.  Nonostante la disparità nel mondo virtuale, il candidato repubblicano continua infatti ad insidiare da vicino il presidente nelle intenzioni di voto. L'ultima rilevazione Gallup dà i due contendenti appaiati al 46 %, con Romney in progresso rispetto a qualche settimana fa, un risultato sostanzialmente confermato dal dato aggregato delle indagini dei più importanti istituti che vede il presidente in carica in vantaggio di un mero 0,7 per cento. E in un gara che promette di essere serrata proprio il web potrebbe fare la differenza, magari a vantaggio del candidato che su questo fronte è più indietro e dunque ha più margini di miglioramento.

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