Nigeria, attacchi ai cristiani: strage in due chiese

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Nel nord del Paese, a Biu Town, tre uomini hanno sparato sui credenti durante un rito religioso. A Jos un altro attentatore si è fatto esplodere. Il gruppo islamista Boko Haram rivendica le azioni. Terzi: "Massimo impegno dell'Italia contro il terrorismo"

L'ennesima ondata di attacchi contro i cristiani in Nigeria trasforma nuovamente la domenica dei fedeli in un bagno di sangue. Un'autobomba e un commando armato hanno colpito, rispettivamente, le chiese di Jos e Biu, gremite di fedeli, causando almeno 4 morti e diverse decine di feriti. E nella serata di domenica 10, puntuale, è giunta la rivendicazione del gruppo estremista Boko Haram, che da un paio d'anni sta ormai mettendo a ferro e fuoco l'intera Nigeria con l'obiettivo di trasformarla in un califfato islamico e di cacciare i cristiani dal Nord del Paese.

I due attacchi sono avvenuti entrambi nella mattina di domenica 10 con dinamiche diverse ma con il solito bersaglio: i cristiani che affollavano i due edifici religiosi per la celebrazione della messa domenicale. A Biu, centro dello Stato nordorientale di Borno, un commando di cinque uomini ha aperto il fuoco contro i fedeli. Secondo il responsabile dell'associazione cristiana locale, "una fedele è rimasta uccisa, diverse persone sono rimaste ferite, di cui due sono in uno stato critico". La sua versione è stata confermata anche dalla polizia, secondo la quale il commando è riuscito poi a fuggire.

Poco dopo, a circa 400 chilometri a sud-ovest, un'autobomba guidata da un kamikaze è deflagrata davanti alla Christ Chosen Church di Jos, nella Nigeria centrale, distruggendo l'edificio e innescando la rappresaglia della folla di fedeli nei confronti di alcuni passanti. Secondo fonti ufficiali, le vittime sono tre - incluso l'attentatore suicida -, 41 i feriti. La dinamica tuttavia appare ancora poco chiara e secondo alcuni fonti citate dalla Reuters l'azione del kamikaze non avrebbe provocato vittime, mentre due persone sarebbero rimaste uccise nella violenta reazione di gruppi di giovani cristiani, dispersi dalle forze dell'ordine con colpi di pistola sparati in aria.

Il duplice attentato, avvenuto a soli 7 giorni dalla strage di 15 cristiani nella chiesa di Bauchi, non fa che accrescere l'allarme sulla sicurezza della folta comunità cristiana. Il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi ha condannato gli attacchi ribadendo "il massimo impegno dell'Italia, nelle sedi internazionali e in primo luogo in ambito Ue, nel tutelare e promuovere la libertà di religione e nel fronteggiare la sfida posta dal terrorismo". Mentre dal mondo politico italiano è giunto un appello bipartisan per un intervento "urgente" della comunità internazionale per evitare che la domenica si tramuti, per i cristiani, in "un giorno del martirio".

Cristiani che sembrano non avere più pace in Nigeria essendo finiti nel mirino dei Boko Haram, ex setta islamica trasformatasi negli anni in un vero e proprio gruppo terroristico, supportato peraltro da Al Qaida per il Maghreb Islamico (Aqmi). Con i loro violenti attacchi a edifici governativi e chiese cristiane, le frange estremiste hanno ormai da tempo acuito le tensioni in una Nigeria segnata da un'endemica instabilità, un difficile dialogo interreligioso e la costante minaccia di sequestri. L'ultimo dei quali ha coinvolto il centrocampista del Lecce Christian Obodo, rapito sabato 9 a Warri e liberato nella serata di domenica 10.

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