Siria, l'orrore dei massacri scuote l'Onu

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Siria, Homs. Foto del febbraio 2012

Gli osservatori di Palazzo di Vetro raggiungono Hama, villaggio sunnita teatro dell'ultima strage. Il ministro Terzi a SkyTG24: "Non c'è più tempo da perdere, bisogna coinvolgere Mosca" nella risoluzione della crisi

La crisi siriana si sta aggravando e sta assumendo una portata preoccupante, che mette a
rischio la sicurezza dell'intera ragione. Lo ha detto a SkyTG24, il ministro degli Esteri Giulio
Terzi, che ha invocato il coinvolgimento della Russia nella gestione della questione siriana.
"La crisi si sta aggravando, sta assumendo una portata veramente preoccupante e può avere una potenzialità di grande devastazione, non solo all'interno del paese ma nell'intera regione", ha detto il titolare della Farnesina.
"C'è un rischio di esplosione generalizzata della regione. La crisi sta già travalicando le frontiere sul piano umanitario e sul piano della sicurezza", ha aggiunto.
Intanto, gli osservatori dell'Onu sono riusciti a raggiungere Mazraate el-Kabir, il villaggio teatro il 6 giugno dell'ultimo massacro in Siria, costato la vita a centinaia di civili, tra i quali donne e bambini. Dopo gli spari e gli agguati ai check point, sono finalmente riusciti ad entrare nella provincia di Hama.
"Non c'è più tempo da perdere" ha dichiarato  con fermezza il ministro degli Esteri italiano.

Terzi: bisogna coinvolgere Mosca - La situazione è al limite. Sono tre, secondo il titolare della Farnesina, le urgenze per risolvere la crisi siriana. Primo: "La Russia deve essere partner attivo e decisivo nella risoluzione della crisi". Mosca, infatti, sino ad ora si è opposta con ogni mezzo, compreso il suo diritto di veto in Consiglio di Sicurezza, ad interventi contro Assad, considerato un punto d'appoggio nello scacchiere medio-orientale, e un acquirente delle armi russe. Secondo: "La cessazione delle violenze è un must assoluto". Terzo punto: "Bisogna incoraggiare l'opposizione affinché trovi unità".

Al Assad deve uscire di scena  - Sul fronte politico, gli Usa e la Francia si sono opposti alla proposta di Kofi Annan di inserire l'Iran in un nuovo gruppo di contatto, per arrivare a tracciare un percorso di uscita di scena del presidente siriano Bashar el Assad. Secondo l'inviato speciale dell'Onu a Teheran dovrebbe essere "parte della risoluzione" della crisi. Ma l'inviato americano all'Onu, Susan Rice, ha risposto che l'Iran non può essere incluso nell'iniziativa perché è "parte del problema" in Siria. "E' coinvolta attivamente nelle violazioni che si stanno commettendo nel Paese e finora non ha dimostrato alcun interesse a contribuire alla ricerca di una soluzione. Anche la Francia è contraria.
Il vice ministro degli Esteri siriano e responsabile per l'attuazione del Piano Annan, Faisal Mikdad, ha accusato l'opposizione di ricevere "istruzioni dall'estero" e di non partecipare al dialogo nazionale, nell'illusione che il governo imploda. Mikdad, ha negato che nel paese sia in corso una guerra civile perché, ha osservato, "in una guerra civile la gente si ammazza a vicenda": "Qui, invece, ci sono gruppi armati che attaccano la polizia e i civili che stanno dalla parte del governo".

65esimo venerdì di protesta  - Proseguono, intanto, gli scontri tra lealisti al regime e insorti. Nel 65esimo venerdì di protesta consecutivo in Siria, il primo dopo il massacro di Mazraate el-Kabir. Lo hanno riferito gli attivisti dei Comitati locali di coordinamento della rivoluzione siriana precisando che la maggioranza delle vittime si contano a Damasco e nella città meridionale di Deraa. Gli attivisti hanno anche riferito di pesanti bombardamenti sui villaggi ad est di Damasco e di rastrellamenti intorno ad alcune moschee della capitale per evitare che i fedeli manifestassero al termine della consueta preghiera del venerdì.

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