Uganda, Onu: ecco come Kony trattava i bambini-schiavi

Mondo
Il leader dell'LRA, Joseph Kony. Foto Getty
joseph_kony_getty

Un report delle Nazioni Unite accusa il criminale di guerra ugandese di aver usato circa 600 minori come soldati, spie e scudi umani per la sua Lord’s Resistence Army. Le ragazze costrette a prostituirsi con i soldati

Soldati, scudi umani, spie, portantini. Questo è stato il destino di circa 600 bambini, rapiti e costretti a unirsi nelle file della Lord’s Resistence Army, un gruppo di ribelli del nord Uganda (guarda la mappa) comandato dal criminale di guerra Joseph Kony. Questa volta la denuncia non arriva da un video virale come 'Kony 2012', realizzato dal regista Jason Russell, ma dal segretario generale delle Nazioni Unite in persona, Ban Ki-moon.

Nel primo report sul tema illustrato al Consiglio di Sicurezza, Ban Ki-moon ha denunciato i crimini commessi da Kony, che è attualmente ricercato dall’esercito ugandese e dall’intelligence americana. A Ban Ki-moon risulta che Kony sia diventato nervoso. Che cambi posizione molto spesso per paura di essere catturato. Ma nel frattempo continua a terrorizzare i villaggi del nord Uganda e a mietere vittime, con un esercito che potrebbe avere tra i 200 e i 500 soldati.

Il report è un elenco di crimini. Si legge che tra il luglio del 2009 al febbraio 2012, il signore della guerra ha rapito 323 ragazzi e 268 ragazze. “Le bambine rimaste per lunghi periodi con i guerriglieri hanno raccontato di essere state sfruttate sessualmente e schiavizzate. Alcune sono state date in matrimonio ai guerriglieri. I ragazzi sono stati costretti a compiere violenze, uccidere gli amici e altri bambini del gruppo armato”, ha riportato Ban Ki-moon al Consiglio di Sicurezza. Che poi ha aggiunto: “Tanti bambini hanno detto di aver bevuto spesso una “pozione magica” servita dai leader del LRA, che avrebbe dovuto servire a garantirgli una resistenza fisica speciale, ma che in verità li rendeva dipendenti e gli impediva di lasciare il gruppo”.

Kony è un leader mistico che dice di ispirarsi al cristianesimo. Si proclama “portavoce di Dio” e “medium dello Spirito Santo”, con l’obiettivo di istaurare uno stato teocratico ispirato ai dieci comandamenti. Si muove tra l’Uganda, la Repubblica Centro Africana e il Darfur facendo perdere le sue tracce. Da trent’anni, riporta la Reuters, sfugge all’esercito ugandese, ma la sua cattura ora sembra più vicina. Altri tre stati africani, il Congo, la Repubblica Centro Africana e il Sud Sudan hanno annunciato di voler contribuire a formare un esercito sotto il comando dell’Unione Africana che gli darà la caccia, con l’obbiettivo di portarlo al tribunale internazionale dell’Aia.

Mondo: I più letti

[an error occurred while processing this directive]