Usa, John Edwards assolto dall’accusa di frode elettorale

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John Edwards
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L’ex candidato alla Casa Bianca che rischiava fino a 30 anni di prigione con l’accusa di aver dirottato fondi della campagna per coprire una tresca è uscito indenne dal processo. Diversamente dalla sua reputazione

di Carola Frediani

Ci hanno messo nove giorni ma alla fine i giurati hanno lasciato andare John Edwards, l’ex candidato democratico alla Casa Bianca nel 2008, accusato di aver coperto una sordida storia di tradimenti coniugali e ripudiate paternità con i soldi della campagna elettorale.

Lo hanno lasciato andare giudicandolo non colpevole per uno dei sei capi di imputazione, e perché sugli altri cinque non hanno raggiunto un verdetto. Non si tratta di una vera assoluzione e il Dipartimento di Giustizia potrebbe in teoria provare ancora a processare Edwards per gli altri reati, ma l’impressione di molti osservatori è che la vicenda sia in qualche modo chiusa.

“Mentre non credo di aver fatto nulla di illegale, o comunque non ho mai pensato di stare facendo qualcosa di illegale, ho fatto davvero molti sbagli, e nessun altro è responsabile dei miei peccati”, ha dichiarato all’uscita del tribunale un contrito seppur sollevato Edwards. Rischiava fino a 30 anni di prigione e una multa da 1,5 milioni di dollari. Ma alla fine la giuria l’ha assolto in relazione all’accusa di aver accettato contributi illegali alla campagna da parte della milionaria Rachel “Bunny” Mellon nel 2008, e non ha raggiunto l’unanimità sulle altre imputazioni.

Certo, il processo non ha fatto bene all’immagine e alla carriera dell’ex promessa democratica. Dagli atti del procedimento è infatti emersa una marea di dettagli a dir poco imbarazzanti sulla vita privata di Edwards che, proprio nel momento in cui stava correndo per la Casa Bianca nel 2008, cercava di nascondere in modi rocamboleschi la propria amante dell’epoca, Rielle Hunter, e la figlia appena avuta da lei. Una specie di feuilleton in cui sono stati coinvolti i suoi amici milionari, che hanno finanziato i viaggi e le spese della donna, il suo collaboratore Andrew Young, che in un primo tempo si era intestato la paternità della bambina, e la stessa moglie di Edwards, Elizabeth, umiliata oltre che sofferente per il cancro (morirà nel 2010, dopo il divorzio).

Con tanto di videoregistrazioni di performance sessuali, scenate semipubbliche della moglie, liti e minacce con i collaboratori. Insomma, un quadro da cui l’ex candidato Edwards, anche se penalmente innocente, esce sicuramente devastato.
“Non penso che Dio abbia finito con me. Credo che pensi che ci sia ancora qualcosa di buono che posso fare”, ha commentato Edwards alla fine del processo. Chissà se lo pensa anche l’opinione pubblica americana.

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