Valerio Motta, responsabile internet del Ps, racconta a Sky.it la campagna online di Hollande. Tra social network, raccolta fondi e geolocalizzazione, “sempre connesso a Twitter e con l’iPhone acceso anche di notte”
di Greta Sclaunich
L’iPhone è in modalità silenziosa, ma vibra in continuazione. Valerio Motta, mentre parla, gli getta occhiate veloci: sono le notifiche Twitter, spiega, ed è “sempre meglio controllare”. Poi ci sono gli sms, le telefonate. E le email: più di 500 al giorno. Valerio ha appena 30 anni, ma il suo ruolo di capo dell’online al Partito socialista francese gli impone ritmi da grande dirigente. Normale, in tempi di campagna elettorale – soprattutto ora che internet ha fatto il suo debutto ufficiale nelle presidenziali francesi.
“Alla campagna, qui all’online, ci stiamo lavorando da mesi. Il modello di riferimento? Le strategie utilizzate da Obama nel 2008”, spiega Motta a Sky.it. Parigino di origini italiane, segue la politica dal liceo e si impegna sul web dal 2005, quando, studente di giurisprudenza, fondò un blog per coordinare su internet la protesta contro il Cpe, il contratto proposto dal governo Chirac che secondo le opposizioni avrebbe favorito il precariato e che venne poi ritirato dopo settimane di proteste da parte degli studenti e della società civile. Reclutato dal Ps nel 2002 per seguire la campagna online di Lionel Jospin insieme a pochi altri volontari (“Non c’era una vera e propria strategia, improvvisavamo”, ricorda), si è fatto le ossa nel 2007 gestendo il web per Ségolène Royal (“Lei era molto forte in Rete, ma il Ps non ancora”), oggi coordina il lavoro dell’équipe web del Ps e di François Hollande.
Il Ps, nel web, sembra crederci. Basti pensare che ha stanziato 2 milioni di euro (il 10% dei fondi elettorali) per la campagna, dice Motta. Un grande salto in avanti rispetto alle elezioni precedenti. Il giovane direigente del Ps lo conferma: “La vera sfida, in Rete, è cominciata ora”. Anche l’Ump si sta impegnando per seguire il presidente uscente Nicolas Sarkozy online, ma al Ps non sono preoccupati: “Anche grazie al web siamo più legati al territorio, ma contiamo anche su una comunità in Rete molto più potente. E molto fiduciosa nei confronti di Hollande”, sorride Motta.
Sia il partito che il candidato hanno i loro account su tutti i social network di tendenza: Facebook e Twitter, ma anche Flickr, Instagram, DailyMotion. Poi ci sono i siti internet, con le loro dirette in streaming e i collegamenti a Storify per raccontare meeting, convegni e interventi in tv con gli occhi di militanti e internauti. “Diamo molto spazio ai contributi che riceviamo, con una particolare attenzione al locale: durante i meeting, per esempio, valorizziamo sempre foto e tweet di chi sta assistendo”, sottolinea Motta. Ma “la vera scommessa, per noi, è portare i sostenitori in Rete a militare nella vita reale”. Nascosti dietro video e link, infatti, ci sono i veri strumenti di gestione della campagna: “Il web, quindi, è utilizzato anche e soprattutto per organizzare il porta-a-porta: dal sito LaCoopol.fr si accede a una piattaforma di gestione usata da molti militanti (al sito sono iscritti circa 50mila persone). Ci sono dati e info suddivise per aree per meglio comprendere chi sono gli elettori locali (in modo da adattare meglio i temi e i discorsi), format per il rendiconto e report finali con grafici e numeri per avere sott’occhio, con pochi click, tutti i risultati. Alla vigilia del primo turno, il 22 aprile, erano arrivati a 3milioni di porte (le persone contattate di persona, ndr): entro il voto del 6 maggio l’obiettivo è raggiungere i 5 milioni.
Poi c’è la raccolta fondi. “Ormai quella 'tradizionale' non si fa più, passa tutto dal web. In tutto abbiamo raccolto, finora, 1,2 milioni di euro di cui 780mila circa via internet. Il versamento si effettua online ma la richiesta dei contributi noi la facciamo inviando email agli iscritti al partito, alle persone registrate sui siti e agli elettori delle primarie. Il versamento medio si aggira intorno ai 40 euro”, racconta Motta. I fondi dipendono dalle email: la più incisiva, per ora, è stata quella successiva all’ “affaire Crillon”: un gruppo di ricchi sostenitori di Sarkozy si è riunito, la settimana precedente al primo turno, nel lussuoso hotel Crillon per un sontuoso pranzo. L’Ump ha smentito che il menu sia stato offerto con i fondi della campagna, ma il fatto ha provocato un certo scalpore. E il Ps ha reagito inviando una mail in cui precisava che “se voi oggi versate dei fondi, noi non li spenderemo in un hotel lussuoso. Ma per agire sul territorio: compreremo, per esempio, matite e k-way per i volontari”.
A proposito di territorio: il Ps ha appena lanciato l’opzione “geolocalizzazione” sull’app per iPhone del partito. Basta connettersi per sapere quali meeting, convegni e azioni si stanno svolgendo o si svolgeranno nei dintorni.
Anche le posizioni di Hollande sulla legge Hadopi piacciono a molti internauti. La legge, voluta da Sarkozy, punisce con multe e il blocco di internet chi scambia e diffonde file protetti da diritto d’autore in Rete. Il candidato socialista non ha proposto, per ora, di ritirare la legge ma in un discorso recente ha sottolineato la necessità di cercare “soluzioni condivise”: “La sola repressione non è la risposta al problema”. Spazio quindi al “dialogo, alla gestione collettiva e al sostegno finanziario e giuridico che possa portare allo sviluppo di servizi online legali”, sempre però tenendo presente le direttive dell’Ue.
L’iPhone è in modalità silenziosa, ma vibra in continuazione. Valerio Motta, mentre parla, gli getta occhiate veloci: sono le notifiche Twitter, spiega, ed è “sempre meglio controllare”. Poi ci sono gli sms, le telefonate. E le email: più di 500 al giorno. Valerio ha appena 30 anni, ma il suo ruolo di capo dell’online al Partito socialista francese gli impone ritmi da grande dirigente. Normale, in tempi di campagna elettorale – soprattutto ora che internet ha fatto il suo debutto ufficiale nelle presidenziali francesi.
“Alla campagna, qui all’online, ci stiamo lavorando da mesi. Il modello di riferimento? Le strategie utilizzate da Obama nel 2008”, spiega Motta a Sky.it. Parigino di origini italiane, segue la politica dal liceo e si impegna sul web dal 2005, quando, studente di giurisprudenza, fondò un blog per coordinare su internet la protesta contro il Cpe, il contratto proposto dal governo Chirac che secondo le opposizioni avrebbe favorito il precariato e che venne poi ritirato dopo settimane di proteste da parte degli studenti e della società civile. Reclutato dal Ps nel 2002 per seguire la campagna online di Lionel Jospin insieme a pochi altri volontari (“Non c’era una vera e propria strategia, improvvisavamo”, ricorda), si è fatto le ossa nel 2007 gestendo il web per Ségolène Royal (“Lei era molto forte in Rete, ma il Ps non ancora”), oggi coordina il lavoro dell’équipe web del Ps e di François Hollande.
Il Ps, nel web, sembra crederci. Basti pensare che ha stanziato 2 milioni di euro (il 10% dei fondi elettorali) per la campagna, dice Motta. Un grande salto in avanti rispetto alle elezioni precedenti. Il giovane direigente del Ps lo conferma: “La vera sfida, in Rete, è cominciata ora”. Anche l’Ump si sta impegnando per seguire il presidente uscente Nicolas Sarkozy online, ma al Ps non sono preoccupati: “Anche grazie al web siamo più legati al territorio, ma contiamo anche su una comunità in Rete molto più potente. E molto fiduciosa nei confronti di Hollande”, sorride Motta.
Sia il partito che il candidato hanno i loro account su tutti i social network di tendenza: Facebook e Twitter, ma anche Flickr, Instagram, DailyMotion. Poi ci sono i siti internet, con le loro dirette in streaming e i collegamenti a Storify per raccontare meeting, convegni e interventi in tv con gli occhi di militanti e internauti. “Diamo molto spazio ai contributi che riceviamo, con una particolare attenzione al locale: durante i meeting, per esempio, valorizziamo sempre foto e tweet di chi sta assistendo”, sottolinea Motta. Ma “la vera scommessa, per noi, è portare i sostenitori in Rete a militare nella vita reale”. Nascosti dietro video e link, infatti, ci sono i veri strumenti di gestione della campagna: “Il web, quindi, è utilizzato anche e soprattutto per organizzare il porta-a-porta: dal sito LaCoopol.fr si accede a una piattaforma di gestione usata da molti militanti (al sito sono iscritti circa 50mila persone). Ci sono dati e info suddivise per aree per meglio comprendere chi sono gli elettori locali (in modo da adattare meglio i temi e i discorsi), format per il rendiconto e report finali con grafici e numeri per avere sott’occhio, con pochi click, tutti i risultati. Alla vigilia del primo turno, il 22 aprile, erano arrivati a 3milioni di porte (le persone contattate di persona, ndr): entro il voto del 6 maggio l’obiettivo è raggiungere i 5 milioni.
Poi c’è la raccolta fondi. “Ormai quella 'tradizionale' non si fa più, passa tutto dal web. In tutto abbiamo raccolto, finora, 1,2 milioni di euro di cui 780mila circa via internet. Il versamento si effettua online ma la richiesta dei contributi noi la facciamo inviando email agli iscritti al partito, alle persone registrate sui siti e agli elettori delle primarie. Il versamento medio si aggira intorno ai 40 euro”, racconta Motta. I fondi dipendono dalle email: la più incisiva, per ora, è stata quella successiva all’ “affaire Crillon”: un gruppo di ricchi sostenitori di Sarkozy si è riunito, la settimana precedente al primo turno, nel lussuoso hotel Crillon per un sontuoso pranzo. L’Ump ha smentito che il menu sia stato offerto con i fondi della campagna, ma il fatto ha provocato un certo scalpore. E il Ps ha reagito inviando una mail in cui precisava che “se voi oggi versate dei fondi, noi non li spenderemo in un hotel lussuoso. Ma per agire sul territorio: compreremo, per esempio, matite e k-way per i volontari”.
A proposito di territorio: il Ps ha appena lanciato l’opzione “geolocalizzazione” sull’app per iPhone del partito. Basta connettersi per sapere quali meeting, convegni e azioni si stanno svolgendo o si svolgeranno nei dintorni.
Anche le posizioni di Hollande sulla legge Hadopi piacciono a molti internauti. La legge, voluta da Sarkozy, punisce con multe e il blocco di internet chi scambia e diffonde file protetti da diritto d’autore in Rete. Il candidato socialista non ha proposto, per ora, di ritirare la legge ma in un discorso recente ha sottolineato la necessità di cercare “soluzioni condivise”: “La sola repressione non è la risposta al problema”. Spazio quindi al “dialogo, alla gestione collettiva e al sostegno finanziario e giuridico che possa portare allo sviluppo di servizi online legali”, sempre però tenendo presente le direttive dell’Ue.