Nessun cessate il fuoco, in Siria si spara ancora

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Siria - Immagine postata da un sedicente membro del Syrian Revolution Coordinators Union sui bombardamenti a Homs, 14 aprile 2012

Bombardamenti, scontri, arresti. Gli attivisti denunciano la violazione del piano di pace dell'Onu. Nelle ultime 24 ore sarebbero morte oltre 40 persone

A una settimana dall'entrata in vigore formale del cessate il fuoco in Siria e a tre giorni dall'inizio del lavoro di osservazione di sei berretti blu disarmati delle Nazioni Unite, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon certifica che Damasco non sta applicando il piano elaborato dall'inviato speciale Kofi Annan. In una lettera al Consiglio di sicurezza, Ban ha denunciato l'escalation di violenza da parte delle forze governative e ha riferito, citando il governo di Damasco, di attacchi da parte dei ribelli.

Oltre 40 morti in 24 ore - Gli attivisti anti-regime documentano l'uccisione nelle ultime 24 ore di almeno 46 persone. Dal 12 al 19 aprile più di 150 siriani sarebbero stati uccisi dai governativi. Dal canto suo, l'agenzia ufficiale Sana riferisce dell'uccisione, avvenuta il 18 aprile, da parte di terroristi pagati da Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Israele di 12 tra poliziotti, militari e civili.

Comunità internazionale in allerta - Il segretario generale dell'Onu accusa inoltre Damasco di non aver ritirato le truppe dalle città. Il governo siriano - ha detto Ban - deve mandare un chiaro segnale del suo impegno per la pace. Il segretario generale ha dunque raccomandato di autorizzare una missione di 300 osservatori in Siria 'per un periodo iniziale di tre mesi' con lo scopo di far consolidare il cessate il fuoco.
Ma il 18 aprile da Pechino, il ministro degli esteri siriano Walid al Muallim aveva ribadito che per Damasco il numero massimo ragionevole di osservatori è di 250. Questi, aveva detto Muallim, dovranno esser scelti tra i Paesi alleati della Siria o comunque non ostili.

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