The BOBS 2012, un premio per il “buono” del web

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Il logo di The BOBS, il premio per i migliori blog e progetti dal basso online. Credits: Flickr/Deutsche Welle
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Al via le votazioni online per il concorso dedicato alle iniziative dal basso che promuovono la libertà di espressione e i diritti umani nel mondo. Tra i nominati anche Israel Loves Iran e, ovviamente, OccupyWallStreet

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di Nicola Bruno


Non ci sono le grandi testate e nemmeno le più famose istituzioni internazionali. Ma soltanto quelle iniziative nate dal basso che ogni giorno lottano - attraverso un blog, una mappa interattiva o un account YouTube - per portare i principi di democrazia e libertà nei propri paesi. Per loro dal 2004 la rete televisiva tedesca Deutsche Welle organizza The BOBS (Best of the Blogs), il più importante riconoscimento mondiale per gli attivisti digitali.
Dopo un anno segnato dalle rivolte nel Mediteranneo, le accampate in Spagna e a Wall Street, le elezioni calde in Russia, facile aspettarsi che la battaglia tra i progetti selezionati sia quanto mai dura. Dopo le nomination rese note nei giorni scorsi, c’è tempo fino al 2 Maggio per esprimere il proprio voto online per la categoria “Voto del pubblico”, anche se i vincitori finali saranno poi scelti da una giuria internazionale.

Il buono della tecnologia - Tra le iniziative che stanno raccogliendo più consensi nella categoria “Best use of technology for good” c’è per ora Harassmap, una mappa interattiva online che raccoglie i casi di molestie sessuali in Egitto. Grazie alla piattaforma Ushahidi (già utilizzata in Senegal, Libia, Giappone, e anche in Italia), il servizio ha già raccolto centinaia di segnalazioni geolocalizzate via Sms, email e Twitter. Usa sempre le mappe interattive, ma per un’altra buona causa in occidente, il sito tedesco Wheelmap che intende invece offrire informazioni sull’accessibilità architettonica in diverse città del mondo. Disponibile anche in formato app per smartphone (è possibile sia pianificare un percorso sia caricare una segnalazione in tempo reale), il progetto di mappatura è molto avanzato in Germania ed è stato distrubuito in altre 8 lingue, italiano incluso (qui, ad esempio, la mappa di Milano). Per ora raccolgono meno voti, ma sono altrettanto interessanti anche il progetto brasiliano Zaanga (che permette ai consumatori di raccogliere reclami e poi procedere collettivamente per le vie legali) e l’iraniano Balatarin, uno dei più attivi forum in persiano che è stato più volte preso di mira dalle autorità.

Le migliori campagne online - Con il 52% delle preferenze, a fare incetta di voti nella categoria “Best Social Activism Campaign” è senza dubbio la pagina Facebook “Moscow Comes Back” nata a ridosso della manifestazione contro Putin dello scorso 11 dicembre. Nonostante le elezioni siano già passate - spiegano i giurati di BOBs - da quella data “la società civile in Russia è radicalmente cambiata e Internet sta giocando un ruolo importante”. Seguono nella short-list iniziative più note come “Israel Loves Iran” (il bacio per la pace lanciato da una start-up di Tel Aviv) e meno note, ma altrettanto efficaci come Dark Glasses Portrait, un progetto lanciato in Cina dopo che un non vedente è stato maltrattato e imprigionato; in supporto alla sua liberazione è poi partita una campagna globale in cui si chiedeva agli utenti di condividere una foto con gli occhiali da sole. Non poteva mancare, poi, in tutto ciò anche il movimento Occupy Wall Street che, secondo alcuni, ha scritto una nuova pagina dell’attivismo online e offline. Ma per ora - “colpa” forse della sua troppa notorietà - raccoglie solo il 2% dei voti.

Il premio Reporter Senza Frontiere - The BOBS sono da sempre organizzati in partnership con Reporter Senza Frontiere. E come ogni anno, anche questa edizione vede una categoria dedicata alle personalità che provano ad andare oltre le frontiere della censura. In pole per un premio quest’anno c’è il russo Dmitry Ternowsky che dal suo blog (il cui titolo è traducibile in italiano “Un paese senza stupidità”) segnala le violazioni più assurde della libertà in Russia (da leggere il suo profilo sul Financial Times). Stesse battaglie portate avanti dall’angolano Maka Angola, dal cinese Woeser e il siriano Local Coordinating Committees of Syria. Tutti progetti collaborativi che dimostrano quanto il web sia ormai un’imprescindibile arma di libertà ai quattro angoli del pianeta, nonostante la censura si faccia sempre più agguerrita e sofisticata.

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