Kerala: "I due militari non saranno trasferiti in Italia"

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I due militari italiani fermati in India

Il governatore dello Stato indiano esclude che i marò fermati con l'accusa di aver ucciso due pescatori potranno tornare nel nostro Paese per essere processati. "La giustizia in India è molto equa, molto aperta e molto indipendente"

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I due marò non possono essere trasferiti in Italia.  E' quanto sostiene lo 'chief minister' (ossia il governatore) dello Stato indiano del Kerala, Oommen Chandy, che ha escluso che i militari italiani, in carcere con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani, possano essere riportati in Italia per essere processati.  A riferirlo, l'agenzia di stampa statale indiana Pti.

In attesa della decisione del tribunale (che si pronuncerà il 2 aprile) Chandy ha in particolare dichiarato che "la nostra posizione è molto chiara, molto aperta. I due militari italiani hanno commesso un reato che cade sotto gli effetti della legge indiana e devono quindi affrontare questo processo. Questa è la nostra posizione".
Le dichiarazioni del 'chief minister' avvengono due giorni dopo la visita del ministro della Difesa italiano Giampaolo di Paola e mentre il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan de Mistura, sta giungendo a New Delhi per tentare ancora una volta di sbloccare la vicenda che coinvolge Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

"La giustizia indiana - ha sottolineato Chandy - è molto equa, molto aperta e molto indipendente" e gli imputati possono far valere le loro ragioni. Il capo del governo del Kerala ha infine detto che l'Italia è un paese amico e che le relazioni diplomatiche devono continuare a svilupparsi in un clima positivo.

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