Italiani rapiti in India, slitta ancora l'ultimatum

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Il gruppo di ribelli maoisti, che il 14 marzo ha preso in ostaggio Paolo Bosusco e Claudio Colangelo, concede tempo al governo indiano. Intanto, attraverso un messaggio audio, i sequestratori assicurano che i connazionali “stanno bene e cibo regolarmente”

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(in fondo all'articolo tutti i video sui due italiani rapiti in India)

I contatti con i rapitori per favorire la liberazione di Claudio Colangelo e Paolo Bosusco, rapiti il 14 marzo, stanno avanzando. Le trattative sembrano infatti procedere all'insegna del dialogo come dimostra il fatto che il gruppo di maoisti che tiene in ostaggio i connazionali italiani ha deciso di spostare al 21 marzo l'ultimatum.
A quanto si apprende, inoltre, i sequestratori hanno suggerito i nomi di altri due mediatori: B.D Sharma e Prafulla Samantray. Gesto, questo, che dimostra che i guerriglieri avrebbero accettato  le argomentazioni avanzate dalle autorità sull'impossibilità di assegnare questo ruolo a Narayan Sanyal, leader maoista in carcere nello Stato di Jharkhand.

Intanto, assicurano i maoisti, Claudio Colangelo e Paolo Bosusco, i due italiani rapiti in India "stanno bene e ricevono cibo regolarmente". La notizia arriva dal capo del gruppo dei ribelli, Sabyasachi Panda, che ha diffuso un messaggio audio fatto pervenire dai guerriglieri all'emittente Ibn-Cnn. Si tratta dello stesso messaggio con cui i maoisti hanno annunciato un cessate il fuoco unilaterale e la nomina di tre loro rappresentanti per dialogare con il governo locale (si tratta di Narayan Sanyal, un maoista in carcere, dell'attivista per i diritti umani Biswapriya Kanungo e di Dandapani Mohanty, che ha già fatto da mediatore per il rilascio di un indiano rapito, spiega il quotidiano Hindustan Times). Nella registrazione c'è anche la richiesta al governo di mettere fine alle operazioni militare nelle zone dei maoisti.

Il primo ministro dello Stato di Orissa Naveen Patnaik ha riferito di aver ricevuto le 13 richieste dei maoisti per il rilascio dei due italiani, ma ha chiesto a sua volta ai maoisti di fermare le violenze e rilasciare immediatamente i due ostaggi italiani assicurando la loro incolumità. L’ultimatum che era stato imposto dai guerriglieri è stato spostato alla serata del 20 marzo.

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