Stragi naziste: Berlino non risarcirà le vittime italiane

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La Corte dell'Aja ha accolto il ricorso della Germania contro gli indennizzi disposti dall'Italia. E ha ribadito "l'immunità prevista dal diritto internazionale" per i crimini commessi dal Terzo Reich. Terzi: rispettiamo la sentenza, ma apriamo il dialogo

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La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha stabilito che l'Italia ha violato il rispetto all'immunità della Germania, consentendo che i familiari di alcune vittime del nazismo chiedessero indennizzi alle autorità tedesche, (leggi il testo integrale della sentenza). Il tribunale accoglie così il ricorso di Berlino contro Roma stabilendo il blocco delle indennità alle vittime italiane dei crimini nazisti. La decisione è stata presa con 12 voti a favore e 2 contrari.
La vicenda era arrivata davanti ai giudici dell'Aja nel 2008, quando la Germania si era opposta a una sentenza della Cassazione italiana che riconosceva il diritto dei familiari di vittime di un eccidio nazista avvenuto in Toscana nel giugno 1944. Per la Corte, quella decisione viola però sia la Convenzione di Vienna del 1961 che il Trattato di pace con l'Italia, che di fatto riconoscono l'immunità della Germania post-nazista.

La sentenza  - "La Corte stabilisce che la Repubblica Italiana ha violato il suo obbligo a rispettare l'immunità di cui la Repubblica di Germania dispone secondo il diritto internazionale, consentendo che siano avanzate richieste di risarcimento civile contro di
essa basate su violazioni del diritto umanitario internazionale commesse dal Reich tedesco tra il 1943 e il 1945", recita la sentenza.
Dunque, l'Italia ora deve provvedere "o modificando la propria legislazione o ricorrendo ad altro metodo di sua scelta" a garantire che la decisione della Cassazione contro la Germania perda effetto, dice ancora il documento.

Plauso della Germania. Giulio Terzi: ora dialogo con la Germania - "Un giudizio importante per la Germania e l'intera comunità internazionale". Così il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha commentato la sentenza dell'Aja. Il giudizio, rileva, "non è contro le vittime del nazismo", la cui "sofferenza" è "già pienamente riconosciuta dal governo tedesco".
Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha detto in una nota di rispettare la sentenza anche se "i suoi contenuti non coincidono con le posizioni sostenute dall'Italia". Nella nota il titolare della Farnesina dice che "l'Italia intende proseguire, come fatto sinora, ad affrontare insieme alla Germania tutti gli aspetti che derivano dalle dolorose vicende della Seconda Guerra Mondiale, in una prospettiva di dialogo e di tutela delle istanze di giustizia delle vittime e dei loro familiari". La Corte internazionale di giustizia ha dato torto all'Italia anche sulla decisione di dichiarare applicabile sui propri confini decisioni della giustizia greca su analoghi episodi commessi dai nazisti in Grecia.

Frattini: dall'Aja pesante frusta contro le vittime  - "Dov'è finito il coraggio della Corte
dell'Aja? Il verdetto, che accoglie il ricorso della Germania contro l'Italia per ottenere il blocco delle indennità alle vittime dei crimini nazisti si è trasformato in una pesante frusta per tutti coloro che sono stati colpiti da quel massacro". Lo scrive in una nota il responsabile affari internazionali del Pdl ed ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, che aggiunge: "Il verdetto di una Corte va certamente sempre preso con rispetto, ma molti restano i rischi. Come quello di creare un pericoloso precedente di scarsa attenzione verso le vittime dei crimini di guerra. Mi chiedo come puo' un organismo internazionale così attivo ed influente nella tutela della persona umana essersi dimenticato dei diritti della parte offesa. Come responsabile affari internazionali del Pdl, mi batterò per approfondire
questo episodio. Resto fiducioso - conclude Frattini - sul fatto che la Germania - con cui di recente abbiamo riscoperto una proficua collaborazione su alcuni spinosi dossier europei -
ci aiuti a trovare una giusta soluzione, onde evitare che la memoria delle vittime sia taciuta o peggio ancora calpestata brutalmente".

Berlino ha presentato ricorso nel 2008 - Il contenzioso tra Italia e Germania presso la Corte dell'Aja, il più alto organo giudiziario dell'Onu, è iniziato il 23 dicembre del 2008, quando Berlino ha deciso di ricorrere contro la sentenza della Cassazione del 21 ottobre 2008 che ha riconosciuto la Germania responsabile per essere stata la 'mandante' dei militari nazisti che il 29 giugno del 1944 uccisero 203 abitanti di Civitella, Cornia e San Pancrazio (Arezzo), sparando a donne, bambini, uomini e vecchi, compreso il parroco del paese.
La sentenza della Cassazione a suo tempo è stata considerata un 'precedente storico' sancendo per la prima volta il diritto per le vittime delle stragi naziste ad essere risarcite nell'ambito di un procedimento penale. Prima di allora c'erano state solo delle sentenze nelle cause civili per risarcimento danni chiesto dai cosiddetti 'schiavi di Hitler'. Nessun altro Paese al mondo aveva mai intentato cause di risarcimento nei confronti della Germania in ottemperanza alla clausola dell'immunità giurisdizionale.

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