Bin Laden ucciso: le domande e i dubbi dei media Usa
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"Dove sono le prove?", "Perché è stato sepolto in mare?", "E' ora di andarsene dall'Afghanistan?". All'indomani della morte del leader di Al Qaeda, i principali organi di informazione americani pongono l'accento sui quesiti ancora in attesa di risposta
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FOTO: Il covo di Bin Laden - La folla davanti alla Casa Bianca - I festeggiamenti a NY - Il blitz visto dalla Casa Bianca
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(In fondo all'articolo tutti i video sulla morte di Bin Laden)
A sole 24 ore dalla morte di Osama Bin Laden per mano americana, negli Stati Uniti comincia a farsi strada una vena di scetticismo, si rincorrono le prime domande su come siano davvero andate le cose e soprattutto sulla questione dell'identità dello 'sceicco del terrore' (guarda la rassegna stampa internazionale).
Dopo la diffusione della falsa foto iniziata a circolare subito dopo l'annuncio del blitz contro il capo di Al Qaeda, molti siti e giornali si chiedono come mai ancora non siano state fornite prove definitive della sua morte e - nell'epoca consacrata all'immagine - osservabili da tutti. "Dov'è la foto?" chiede semplicemente il titolo sulla prima di Drudge Report, domanda simile a quella, secca, di Abcnews: "Dov'è la prova?", alla quale fa seguito il titolo sulle "Domande scettiche a proposito della morte di Bin Laden" e il cenno al fatto che "L'amministrazione Obama sta decidendo se fornire prove aggiuntive o meno".
La Cnn si chiede "Come mai è stato sepolto in mare", mentre il Washington Post rileva che gli Usa restano "cauti sul rilascio delle prove" che effettivamente sia Bin Laden l'uomo ucciso a pochi chilometri da Islamabad. Il New York Times si dedica con un lungo e informatissimo pezzo a descrivere tutto quel che c'è stato "Dietro la caccia", ma non mostra dubbi sulla questione dell'identità.
Mentre Huffington Post si chiede a tutta pagina "E' ora di andarsene?" dall'Afghanistan, L'Economist si pone due domande: "E' giusto celebrare la morte di Osama" e "Cosa sapeva il Pakistan?". E Skynews, dando voce ai ricorrenti dubbi di molti lancia: "Gli Stati Uniti possono dare la prova finale della morte di Osama?" aggiungendo che "Le circostanze" che hanno condotto a quell'esito sollevano "la domanda urgente su come gli Stati Uniti siano sicuri che si tratti proprio di quell'uomo".
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A sole 24 ore dalla morte di Osama Bin Laden per mano americana, negli Stati Uniti comincia a farsi strada una vena di scetticismo, si rincorrono le prime domande su come siano davvero andate le cose e soprattutto sulla questione dell'identità dello 'sceicco del terrore' (guarda la rassegna stampa internazionale).
Dopo la diffusione della falsa foto iniziata a circolare subito dopo l'annuncio del blitz contro il capo di Al Qaeda, molti siti e giornali si chiedono come mai ancora non siano state fornite prove definitive della sua morte e - nell'epoca consacrata all'immagine - osservabili da tutti. "Dov'è la foto?" chiede semplicemente il titolo sulla prima di Drudge Report, domanda simile a quella, secca, di Abcnews: "Dov'è la prova?", alla quale fa seguito il titolo sulle "Domande scettiche a proposito della morte di Bin Laden" e il cenno al fatto che "L'amministrazione Obama sta decidendo se fornire prove aggiuntive o meno".
La Cnn si chiede "Come mai è stato sepolto in mare", mentre il Washington Post rileva che gli Usa restano "cauti sul rilascio delle prove" che effettivamente sia Bin Laden l'uomo ucciso a pochi chilometri da Islamabad. Il New York Times si dedica con un lungo e informatissimo pezzo a descrivere tutto quel che c'è stato "Dietro la caccia", ma non mostra dubbi sulla questione dell'identità.
Mentre Huffington Post si chiede a tutta pagina "E' ora di andarsene?" dall'Afghanistan, L'Economist si pone due domande: "E' giusto celebrare la morte di Osama" e "Cosa sapeva il Pakistan?". E Skynews, dando voce ai ricorrenti dubbi di molti lancia: "Gli Stati Uniti possono dare la prova finale della morte di Osama?" aggiungendo che "Le circostanze" che hanno condotto a quell'esito sollevano "la domanda urgente su come gli Stati Uniti siano sicuri che si tratti proprio di quell'uomo".