Libia, la Nato: Gheddafi usa scudi umani contro i raid aerei

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L'Alleanza atlantica replica alle accuse dei ribelli, secondo cui gli interventi alleati non bastano a proteggere i civili. Il New York Times rivela: foto di torture agli oppositori. Lettera del raìs a Obama: basta attacchi

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Muammar Gheddafi sta utilizzando scudi umani per ostacolare gli attacchi aerei contro le sue truppe. Lo denunciano funzionari Nato, mentre i ribelli, dopo aver mostrato la loro rabbia per l'inattività dell'alleanza, stanno provando nuovamente ad avanzare lungo la costa orientale.

A Est si continua a combattere
- Nella zona est del paese, la coalizione ribelle ha cercato di recuperare il terreno perso nell'ultima settimana per via della superiore potenza di fuoco delle forze di Gheddafi, con violenti combattimenti che si sono verificati ad ovest di Ajdabiyah, città considerata la prima linea dei ribelli, e con entrambe le parti che stanno cercando di porre fine allo stallo che si è venuto a creare sul campo.

Mohamed el-Masrafy, membro dell'unità delle forze speciali dei ribelli, ha detto a Reuters che la prima linea si trova a circa 20 chilometri ad est di Brega, epicentro dei combattimenti in questa settimana. Mercoledì un violento attacco da parte delle truppe di Gheddafi ha costretto i ribelli a tornare indietro verso Ajdabiyah, snodo chiave per arrivare a Bengasi, la roccaforte dei rivoltosi.
Dopo un attacco delle forze fedeli a Muammar Gheddafi si è fermata produzione nei siti petroliferi nell'est della Libia nelle mani dei ribelli. Lo hanno annunciato gli stessi ribelli.

Le accuse dei ribelli alla Nato
- Mentre continuano i combattimenti, i ribelli hanno accusato mercoledì l'Alleanza atlantica di non fare abbastanza per potreggere i civili.  "La Nato ci omaggia di tanto in tanto con bombardamenti qua e là, e sta lasciando che la gente di Misurata muoia ogni giorno", aveva detto tra l’altro da Bengasi un portavoce del Consiglio nazionale di transizione, Abdel Fattah Younes. L’Alleanza atlantica ha risposto alle critiche dei ribelli dicendo che la priorità è sempre quella di liberare Misurata, ma ammettendo che l'esercito di Gheddafi è un obiettivo difficile da colpire.
"La situazione sul campo sta continuamente evolvendo. Le forze di Gheddafi stanno cambiando tattiche, usano veicoli civili, nascondendo i carri armati nelle città come Misurata e utilizzando scudi umani per proteggersi", ha detto il portavoce della Nato Carmen Romero da Bruxelles.
Anche il vice comandante della operazioni dell'Alleanza a Napoli ha detto che i ribelli non hanno motivo di perdere la fiducia nel sostegno della Nato. Secondo i funzionari della Nato la loro campagna, iniziata sei giorni fa, è concentrata proprio su Misurata, l'unica grande città nella Libia occidentale dove la rivolta contro Gheddafi non è stata repressa. Quotidianamente le forze del rais attaccano la popolazione della terza città della Libia con cecchini e carri armati.
"Abbiamo formalmente richiesto che non ci siano danni collaterali per la popolazione civile", ha detto anche il ministro degli Esteri francese Alain Juppé – questo ovviamente rende le operazioni più difficili".

New York Times: "Foto di torture in un ufficio di polizia"
- E oltre agli scudi umani il regime del Colonnello starebbe usando anche la tortura nei confronti dei ribelli. Foto di cadaveri con segni di torture sono state trovate da un inviato del New York Times in una stazione di polizia data alle fiamme a Zawiyah, città conquistata dagli insorti e ripresa poi dalle forze governative. Lo scrive lo stesso inviato, David D. Kirkpatrick.

"Nell'ufficio al secondo piano di una stazione di polizia bruciata, le fotografie sparse sul pavimento raccontano le storie degli sfortunati prigionieri finiti nelle mani del brutale governo del colonnello Muammar Gheddafi - si legge sul Nyt -. Alcune mostrano cadaveri che portano i segni di torture. Una mostra cicatrici sulla schiena di un uomo con indosso solo le mutande, un'altra un uomo nudo a faccia in giu' sotto un lenzuolo con le mani legate".

"Le facce dei morti hanno espressioni di terrore - prosegue il servizio - altre foto mostrano pozze di sangue, un tavolo pieno di vasi, bottiglie e polveri e, in una, una lunga sega".  Le foto sono state scoperte dall'inviato durante un viaggio organizzato dal governo di Tripoli nella città, devastata dai combattimenti. "In un edificio labirintico - continua l'inviato - inservienti stanno ripulendo libri bruciati e registri... in un'altra stanza tenuta al buio, un inserviente fa il segno di un mitra con le mani e mormora 'Gheddafi', a suggerire che quella era una camera di esecuzione.

Gheddafi scrive a Obama - Intanto, con un'ennesima mossa a sorpresa, Gheddafi ha inviato un messaggio al presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Il raìs ha parlato di "uscita dell'America dall'alleanza coloniale dei crociati contro la Libia", commentanto così l'uscita di scena dei caccia americani dalle operazioni Nato. Nella missiva, a quanto si apprende, il leader libico sostiene che la sua Libia è stata colpita dalle forze Nato più "moralmente" che non "fisicamente". Il Colonnello avrebbe chiesto al presidente Usa di intervenire per fermare i raid della Nato.

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