Omicidio Milano, storico capo ultras dell'Inter ucciso in un agguato: si cercano 2 killer

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Vittorio Boiocchi, 69 anni, è stato colpito da diversi colpi di arma da fuoco al collo e al petto. A sparare, ieri intorno alle 19.45 in via Fratelli Zanzottera, nel quartiere Figino, sarebbero state due persone a bordo di una moto o di un grosso scooter. Secondo gli investigatori l'assassinio sarebbe un regolamento di conti collegato al lungo passato criminale dell'uomo

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Vittorio Boiocchi, 69 anni, storico capo ultras dell'Inter, è stato ucciso ieri sera per strada alla periferia di Milano: è stato colpito al collo e al torace da due dei cinque colpi di arma da fuoco sparati intorno alle 19.45, in via Fratelli Zanzottera, nel quartiere Figino alla periferia della città. Trasportato in condizione disperate all'ospedale San Carlo è morto in pronto soccorso. A sparare sarebbero state due persone a bordo di una moto o un grosso scooter.

Le indagini sull'omicidio di Boiocchi

In base alle testimonianze e alle prime ricostruzioni, a uccidere Boiocchi sarebbero stati due killer a bordo di una moto o di un grosso scooter. L'agguato sembra un regolamento di conti collegato al lungo passato criminale dell'uomo che aveva molti precedenti e condanne definitive per rapina, traffico di droga e sequestro di persona. La polizia sta cercando i due assassini, ma nella zona dell'omicidio non sono state trovate telecamere che possano aver ripreso l'assassinio. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile milanese. Le piste seguite sono molte proprio perché Boiocchi aveva portato avanti attività illecite in molti settori e potrebbe essersi trattato di un regolamento di conti.

Milano, Polizia effettua rilievi sul luogo dell omicidio di Vittorio Boiocchi (Milano - 2022-10-29, Massimo Alberico) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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Ucciso a Milano Vittorio Boiocchi, capo ultras dell'Inter

Omicidio a Milano Vittorio Boiocchi
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La vita di Boiocchi tra carcere e stadio

Boiocchi faceva una vita praticamente fra carcere e stadio, la sua grande passione. Diverse le condanne definitive raccolte nel tempo: rapina, traffico di droga e sequestro di persona. Aveva trascorso oltre 26 anni in carcere, l'ultima volta era stato arrestato nel 2021 dalla Squadra mobile milanese che ora indaga sul suo omicidio. Era stato anche raggiunto da cinque anni di Daspo a seguito degli scontri avvenuti dopo Inter-Napoli del 2018, l'occasione in cui morì l'ultras del Varese Dede Belardinelli. Lo scorso maggio la Cassazione aveva bocciato il suo ricorso, motivo per cui doveva restare a due chilometri dallo stadio durante le partite. La Squadra mobile, diretta da Marco Calì, lo aveva arrestato, come detto, nel 2021 dopo averlo sorpreso a bordo di un'auto con una pistola, un coltello, manette, taser e una pettorina della Guardia di Finanza, tutto materiale che è poi risultato essere attrezzatura per commettere un'estorsione. Nel mondo della curva Nord degli ultras dell'Inter la figura di Boiocchi è sempre stata rispettata. Nel 2019, dopo circa 26 anni anni di carcere, era tornato allo stadio, e gli ultras gli avevano dedicato un coro. Un omaggio che un suo vecchio amico, Franchino Caravita, aveva considerato un affronto, al punto che il confronto tra i due era finito a pugni e a prenderle era stato proprio Caravita. Era sembrato l'inizio di una rottura e invece i due avevano rapidamente rassicurato il popolo dei tifosi postando una foto assieme dal letto d'ospedale di Boiocchi, nel frattempo colpito da un infarto.

Curva Nord in silenzio dopo l'omicidio

L'agguato è avvenuto poco prima dell'inizio della partita in casa dei nerazzurri contro la Sampdoria. Dopo che la notizia è circolata la Curva Nord dell'Inter è restata in silenzio, senza esporre striscioni e intonare cori durante la partita contro gli avversari a San Siro, poi i Boys hanno abbandonano gli spalti durante l'intervallo.

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