Pero, barista ucciso: torna libero un arrestato

Lombardia
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Il giudice aveva riqualificato l'accusa da omicidio volontario in preterintenzionale e disposto i domiciliari per entrambi (misura che resta per il 26enne), indicando alla Procura di approfondire le indagini risentendo i testi

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Torna libero dopo che "i gravi indizi di colpevolezza" sono "venuti meno", con il nuovo ascolto di testimoni e l'analisi delle telecamere di sorveglianza, uno dei due ucraini accusati di aver ucciso un barista egiziano di 57 anni, colpito, secondo l'accusa, con calci e pugni nel suo locale di Pero (Milano) il 14 settembre scorso. Non risulta che il 38enne "abbia mai colpito" Omar Ismail e anzi, scrive il gip Alessandra Di Fazio che ha revocato per lui i domiciliari, le immagini "lo mostrano fermo a fumare una sigaretta". (LE INDAGINI)

Le due indagini

Per i due indagati, che erano finiti anche in carcere nell'inchiesta, lo stesso gip una decina di giorni fa aveva stabilito che non c'erano "evidenze" che la vittima fosse stata colpita con un posacenere alla testa, come emerso all'inizio. E, analizzando le telecamere di videosorveglianza anche su insistenza della difesa, è venuto a galla che "la lite" fu "provocata" dalla stessa vittima, elemento "tutt'altro che di poco conto". Il barista, prima di essere aggredito, insieme ad altri due avrebbe trascinato fuori a forza dal locale l'altro ucraino 26enne, mettendogli le "mani al collo". Il giudice aveva riqualificato l'accusa da omicidio volontario in preterintenzionale e disposto i domiciliari per entrambi (misura che resta per il 26enne), indicando alla Procura di approfondire le indagini risentendo i testi. Proprio da queste nuove audizioni si è saputo che il 38enne non ha responsabilità nell'aggressione, tanto che lo stesso pm ha chiesto per lui la revoca della misura decisa dal gip. Tutti i testi hanno anche escluso che la vittima sia stata colpita col posacenere.

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