Secondo i testimoni il ragazzo era al telefono negli istanti prima dell'investimento, e quindi potrebbe non essersi avveduto, o averlo fatto all'ultimo momento, dell'arrivo del convoglio ad alta velocità
Sembra consolidarsi l'ipotesi della fatalità per il caso del ragazzo travolto e ucciso da un treno, ieri sera poco prima delle 20, a Cassano D'Adda (Milano), mentre camminava con il fratello e un amico lungo i binari. Secondo i primi accertamenti della Polfer, infatti, in quel punto il treno sarebbe transitato a una velocità superiore ai 100 chilometri all'ora, creando un vuoto d'aria che non si esclude possa aver attratto il ragazzo travolto. Un'altra ipotesi ancora sul campo è che il giovane, un 18enne, possa essere magari scivolato sui sassi della massicciata finendo nel raggio d'azione del treno in corsa. Escluso invece, al momento, il suicidio.
Le testimonianze
Secondo i testimoni, infatti, il ragazzo era al telefono negli istanti prima dell'investimento, e quindi potrebbe non essersi avveduto, o averlo fatto all'ultimo momento, dell'arrivo del convoglio ad alta velocità, il cui macchinista non si è accorto di nulla e ha proseguito la sua corsa. E sul fatto che i tre, poco prima scesi alla stazione di Cassano, si fossero instradati a fianco del sedime ferroviario e non lungo i percorsi previsti per il deflusso dei viaggiatori verso la stazione, potrebbe esserci il desiderio di raggiungere il fiume, a fianco del ponte sull'Adda, distante poche centinaia di metri lungo la ferrovia, dove proprio più avanti, un sentiero porta a un'ansa luogo abituale di ritrovo per i giovani.
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