Da quanto si è saputo, nel referto trasmesso agli inquirenti veniva riportato il nome del medico specialista, ma non quello della specializzanda che in realtà avrebbe visitato il piccolo con l'autorizzazione dello stesso specialista di turno
Si allargano le indagini sulla vicenda del bambino di 4 anni deceduto lo scorso novembre per una peritonite acuta poche ore dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso del Policlinico di Milano con una diagnosi di gastroenterite. Al vaglio anche una presunta mancanza nel referto che venne trasmesso in Procura dopo la morte del piccolo. In quell'atto, inoltrato dall'ospedale al pm di turno, non sarebbe stato indicato il nome della specializzanda che visitò il bambino quella notte, indagata per omicidio colposo assieme al medico specialista di turno. Nell'indagine sono in corso approfondimenti su questo aspetto.
Il referto
Da quanto si è saputo, nel referto che sarebbe arrivato sul tavolo degli inquirenti due giorni dopo il decesso, veniva riportato il nome del medico specialista, ma non quello della specializzanda che in realtà avrebbe visitato il piccolo poi dimesso, con l'autorizzazione dello stesso specialista di turno. Da quanto si è appreso, il fatto che il bambino fosse stato visitato solo dalla specializzanda è emerso successivamente e agli atti ci sarebbe anche una comunicazione di un'infermiera che dava conto che lo specialista di turno non aveva visto il bimbo, portato dai genitori quella sera nel pronto soccorso. Aveva forti dolori alla pancia, vomitava ed era molto debilitato.
L'indagine
L'indagine è stata aperta d'ufficio, ossia senza che ci sia stata denuncia da parte dei famigliari del bambino. Sulla tragica vicenda lo stesso Policlinico ha precisato di aver "immediatamente aperto una indagine interna in stretta collaborazione con la procura" alla quale "sono stati forniti fin da subito tutti gli elementi per ricostruire la dinamica" e "gli approfondimenti sono ancora in corso". I pm hanno disposto una consulenza affidata ad un pool di esperti ai quali è stato chiesto di effettuare esami istologici e tossicologici per stabilire quale fosse il livello di infiammazione della peritonite. Inoltre, si punta a capire se siano stati rispettati i protocolli e il motivo per cui i medici non abbiano effettuato una 'Ves', una analisi del sangue che permette di evidenziare l'eventuale presenza di infiammazione nell'organismo.