L’accademico è scomparso all’età di 77 anni. A darne notizia è proprio l’associazione, piangendo “la scomparsa di un insigne filosofo della politica, protagonista della vita culturale italiana”
È morto a Milano a 77 anni il filosofo e accademico Salvatore Veca. Ne dà notizia in un post su Facebook la Casa della Cultura di Milano di cui Veca era presidente, piangendo "la scomparsa di un insigne filosofo della politica, protagonista della vita culturale italiana". L'associazione "partecipa al dolore della moglie Nicoletta e dei figli" e aggiunge: "Addio a Salvatore Veca, l'amico generoso e instancabile. La perdita è enorme, non ci sono parole".
Chi era Salvatore Veca
Nato a Roma nel 1943 e laureato con Ludovico Geymonat a Milano nel 1966 con una tesi in Filosofia Teoretica, è stato a lungo ordinario di Filosofia Politica all'Università di Pavia, dove è stato preside della facoltà di Scienze Politiche. Nei primi anni Veca fu studioso del marxismo e poi si avvicinò al pensiero di John Rawls di cui contribuì a diffondere in Italia la teoria della giustizia. Tra le molte altre cariche, è stato inoltre presidente della Fondazione Feltrinelli.
Il cordoglio del Pd di Pavia e di Bobo Craxi
Tanti gli attestati di stima sui social per il filosofo, morto a 77 anni. "Oggi - scrive il Pd di Pavia - ci lascia Salvatore Veca, filosofo autorevole, maestro di equità e giustizia. Professore appassionato, amato da generazioni di studenti. Persona semplicemente intelligente e generosa, grande fautore del dialogo costante tra scienza e fede. Addio, Professore. E grazie di tutto". "Salvatore Veca - scrive su Twitter Bobo Craxi - é stato un uomo illuminato, ha avuto un pensiero filosofico e politico originale. Lo piango con gratitudine per il suo insegnamento, con sentimenti di amicizia".
Sala: "Milano perde uomo colto e soprattutto generoso"
"Con la scomparsa di Salvatore Veca, Milano perde una delle intelligenze più vivide e incisive della riflessione politica e civile della nostra città". Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha ricordato in questi termini il filosofo deceduto oggi, che per lui era però qualcosa di più. "Ad altri toccherà un bilancio culturale della sua esperienza. Io - ha detto - vorrei esprimere l'orgoglio di aver conosciuto e frequentato un uomo colto, democratico e soprattutto generoso. Molti diventano gelosi del loro sapere, Salvatore Veca no". Sui social, Sala ha riportato due ricordi personali, uno sull'Esposizione universale e uno del momento in cui il sindaco decise di candidarsi. "Non è stata facile la marcia di avvicinamento al 2015, anche a Milano. Salvatore Veca - ha raccontato Sala che di Expo è stato ad e commissario unico - ha capito tra i primi e non mi ha mai fatto mancare il suo appoggio e il suo incoraggiamento. Me lo ricordo un sabato del febbraio 2012 sul palco del Dal Verme con Umberto Eco, Umberto Veronesi e Philippe Daverio, tra gli altri, a parlare di Expo. Mancavano tre anni e proprio da lì nascevano quelle idee di sostenibilità, coltivate da Salvatore Veca insieme alla Fondazione Feltrinelli, che rappresentano la più importante eredità di un evento che ha contribuito a cambiare la nostra città". "Dopo l'Expo, mi buttai nella candidatura a sindaco. Ero uno che veniva da un mondo diverso, dovevo confrontarmi con un linguaggio, con dei tempi e dei mondi del tutto nuovi per me. Mi ricordo - ha aggiunto - gli incontri con Salvatore Veca in quei mesi: i suoi pensieri, la sua voce, il suo sorriso nel spiegarmi quel mondo della politica che per lui aveva pochi misteri, perché ne possedeva lo spirito e il respiro. Grazie, Salvatore".
Fontana: "Lombardia era suo punto di riferimento"
"Ci lascia Salvatore Veca. Filosofo e fine intellettuale, sempre attento e partecipe al dibattito pubblico. Da Pavia a Milano aveva la Lombardia come forte punto di riferimento per la sua attività culturale". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, esprime a nome suo e della Giunta cordoglio e vicinanza ai familiari per la scomparsa dell'accademico Salvatore Veca.
Il telegramma di Napolitano
"La scomparsa di Salvatore Veca, amico carissimo e pensatore originale, mi addolora profondamente. Ne ricordo i contributi straordinari alla riflessione filosofica e sul tema della giustizia globale, l'indefessa attività di insegnamento in prestigiose sedi universitarie, l'opera feconda nella Fondazione Feltrinelli e in numerose associazioni culturali. Fummo vicini in una visione riformista della sinistra italiana e nello sforzo di rinnovarla. Alla moglie Nicoletta, ai figli e ai famigliari, e a chi lo ha conosciuto e stimato vanno le mie sentite condoglianze". Così il presidente emerito Giorgio Napolitano in un telegramma di condoglianze per la scomparsa di Salvatore Veca.