Dopo numerosi episodi in cui l'uomo ha messo a repentaglio la sicurezza di dipendenti e clienti, il questore ha deciso di vietargli di accedere a tutti gli esercizi pubblici per la somministrazione di bevande e alimenti presenti nell'intera provincia di Milano
Il questore di Milano, Giuseppe Petronzi, dopo gli accertamenti degli agenti Divisione Anticrimine, ha emesso per la prima volta un provvedimento di "Divieto di Accesso alle Aree Urbane" a carico di un italiano di 65 anni con numerosi precedenti di polizia e penali, molti dei quali per fatti accaduti in un bar all'interno di un supermercato in via Pellegrino Rossi, nel capoluogo lombardo. La richiesta del provvedimento è stata inoltrata dalla Stazione dei carabinieri di Affori, dopo una lunga serie di episodi da parte dell'uomo, che aveva creato disagi mettendo a repentaglio la sicurezza di dipendenti e clienti del grande supermercato. Gli accertamenti dei poliziotti dell'Anticrimine hanno fatto emergere le diverse condanne per reati contro la persona e il patrimonio a suo carico e come avesse causato numerosi interventi delle forze dell'ordine negli ultimi anni.
La misura
Solo nel 2021, l'uomo è stato denunciato due volte per furto aggravato, una per rapina impropria, una per resistenza a pubblico ufficiale e per atti persecutori nei confronti di una dipendente del supermercato dove era solito essere molesto. Il questore ha così deciso di vietargli di accedere a tutti gli esercizi pubblici per la somministrazione di bevande e alimenti, presenti nell'intera provincia di Milano e di stare nelle immediate vicinanze. La durata del divieto è di un anno, e la sua violazione è punita con la reclusione da sei mesi a due anni, e con una multa da 8.000 a 20.000 euro. "La misura - sottolinea la Questura -, strumento volto a garantire tranquillità e legalità di esercizi pubblici e a prevenire comportamenti lesivi dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica, viene applicata per la prima volta a Milano nei confronti di una persona sottoposta alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa dal reato di atti persecutori”.