Detenuto 21enne morto a San Vittore nel 2012, per gip servono nuove indagini

Lombardia

Per il giudice sono necessari "approfondimenti" sull'ipotesi "della natura preterintenziale (se non, a ben vedere, dolosa) dell'azione di terzi" nella morte del giovane, più volte archiviata come suicidio

E' necessario indagare ancora sulla morte di Alessandro Gallelli, il detenuto 21enne che nel febbraio 2012 venne trovato senza vita in una cella del carcere di San Vittore e la cui morte venne più volte archiviata come suicidio. A stabilirlo il gip Domenico Santoro, dopo l'apertura di un nuovo fascicolo a carico di ignoti, dietro una nuova denuncia della famiglia, per "morte come conseguenze di altro delitto" e la richiesta di archiviazione avanzata dai pm. Per il gip servono "approfondimenti" sull'ipotesi "della natura preterintenziale (se non, a ben vedere, dolosa) dell'azione di terzi". Accolte le richieste della famiglia, difesa dal legale Gabriele Pipicelli. 

La consulenza del Cis

Agli atti anche una consulenza di parte (per i familiari del giovane) firmata da esperti del Centro investigazioni scientifiche, che hanno effettuato "un'indagine medico-legale e un esame criminalistico". Dall'esame è emerso che "i segni e gli indicatori rilevati" sono "coerenti con la formulazione di un'ipotesi di omicidio mediante strozzamento con successiva simulazione di un suicidio". Tra i consulenti figurano Salvatore Spitaleri, biologo molecolare, e Berardo Cavalcanti, medico legale.

Le precedenti indagini

Sul caso della morte di Gallelli, trovato impiccato con un laccio, in passato erano già state archiviate diverse indagini, che riguardavano, come si legge negli atti, "ipotesi di responsabilità omissiva nella forma del 'non aver impedito' la morte" o dell'aver "indotto il ragazzo al suicidio". Era stato archiviato anche un fascicolo che vedeva indagati per omicidio colposo due agenti della polizia penitenziaria. 

Le parole del gip

Per il gip, profili di "negligenza o imperizia" sono già stati scandagliati nelle precedenti indagini, mentre va approfondito il fronte di una "eventuale azione di terzi che possa aver determinato la morte" del giovane. E quindi, per il giudice, l'inchiesta deve andare avanti per altri 6 mesi con un "supplemento di indagini tecniche" che la Procura dovrà affidare al proprio consulente: tra cui quelle sulla "modalità di impiccamento mediante felpa" e in più una "analisi completa" che tenga conto anche del "contesto ambientale" e delle "condizioni di sorveglianza". Per il gip, gli inquirenti dovranno anche ascoltare l'allora garante dei detenuti per il Comune di Milano che in una email del 2016 aveva espresso "perplessità" sulla vicenda. E, se possibile, i quattro detenuti "potenzialmente presenti il giorno della morte". E sarà, poi, il pm, scrive il gip, a valutare la "necessità" di iscrizioni di indagati. 

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