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Caso Camici, difesa Fontana deposita a pm memoria difensiva

Lombardia
©Ansa

La memoria, frutto di indagini svolte dal difensore del governatore, è stata consegnata al procuratore aggiunto Maurizio Romanelli

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Una memoria difensive è stata depositata stamane in Procura dai legali dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, tra gli indagati nella vicenda con al centro la fornitura, e il tentativo di trasformarla in donazione, di 75mila camici e altro materiale per mezzo milione alla Regione da parte di Dama spa, l'azienda di cui è amministratore delegato Andrea Dini, cognato del presidente lombardo. (CASO CAMICI - LA DIFESA DI ATTILIO FONTANA)

La memoria

La memoria, frutto di indagini svolte dal difensore di Fontana, è stata consegnata al procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. Non è escluso, come aveva detto il legale qualche giorno fa, un interrogatorio del Governatore dopo le vacanze estive per chiarire la sua posizione e per ribadire "di aver agito in buona fede", in merito al tentato bonifico al cognato 250mila euro, bloccato dall'antiriclaggio di Banca d'Italia, per risarcirlo del mancato introito di 50mila camici donati ad Aria Spa, la centrale acquisti regionale. Dalla segnalazione di quel bonifico come 'sospetto' è nata l'indagine milanese.

Capo segreteria governatore: Fontana "sbigottito" per contratto con Dama Spa

Attilio Fontana è rimasto "sbigottito" quando ha saputo del contratto "a titolo oneroso" per l'affidamento diretto da parte di Aria spa, la centrale acquisti regionale, della fornitura per oltre mezzo milione di euro di camici e di altro materiale anti-Covid alla Dama Spa. Sono le parole che Giulia Martinelli, capo segreteria del Governatore lombardo ed ex compagna del leader della Lega Matteo Salvini, ha messo a verbale nell'ambito delle indagini difensive condotte da Jacopo Pensa, legale del presidente della Lombardia, uno degli indagati per frode in pubbliche forniture nell'inchiesta della Procura di Milano. La testimonianza è stata consegnata oggi all'aggiunto Maurizio Romanelli, per "confermare" che Fontana nulla sapeva della fornitura fino all'11 e 12 maggio.

L'inchiesta

Secondo l'inchiesta coordinata dai pm Luigi Furno, Paolo Filippini e Carlo Scalas, e dall'aggiunto Maurizio Romanelli, a informare Giulia Martinelli sarebbe stato il direttore generale dimissionario di Aria spa, Filippo Bongiovanni, indagato insieme ad Attilio Fontana e Andrea Dini e a una dirigente della Consip lombarda. In base alle indagini, il 20 maggio scorso Dini, con una mail ha comunicato al dg di Aria di voler trasformare la fornitura in donazione parziale con la consegna di 50mila camici. Gli altri 25mila, ora sotto sequestro, secondo i pm l'imprenditore, che ha sempre respinto tale ricostruzione, avrebbe tentato, senza riuscirci, di rivenderli a 9 euro l'uno per cercare di rientrare in parte del mancato profitto derivante dalla trasformazione del contratto. E proprio, sempre secondo i pm, per cercare di risarcire il cognato per i mancati introiti, Fontana ha cercato di bonificargli 250mila euro provenienti da un suo conto in Svizzera scudato. Operazione che è finita nel mirino dell'antiriciclaggio della Banca d'Italia come sospetta per poi essere segnalata alla Gdf e alla Procura milanese la quale ha così aperto l'indagine sul caso camici.