Coronavirus, Istat: “Quintuplicati i decessi a Bergamo, triplicati a Brescia”

Lombardia

Secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Statistica, a Bergamo i morti nel mese di marzo e per i primi quattro giorni di aprile sono passati da una media di 141 casi nel 2015-2019 a 729 nel 2020. A Brescia, nello stesso periodo, sono passati da 212 a 638

Bergamo ha visto quintuplicare i decessi per il complesso delle cause per il mese di marzo e per i primi quattro giorni di aprile, passando da una media di 141 casi nel 2015-2019 a 729 nel 2020. Incrementi della stessa intensità, quando non superiori, interessano la maggior parte dei comuni della provincia. A Brescia, invece, i decessi per lo stesso periodo sono triplicati: da 212 nel 2015-2019 a 638 nel 2020. Questo quanto emerge dai dati dell'Istat raccolti su una selezione di 1.689 comuni che non costituiscono un campione rappresentativo dell'intera popolazione italiana. (DIRETTA - LO STUDIO A BERGAMO - I DATI NEL BRESCIANO)

I dati in Italia

Incrementi ben superiori al 200% sono presenti anche in capoluoghi come Piacenza (283%), Pesaro (246%) o Cremona (345%). Tra i comuni verificati che entrano nella selezione per la prima volta si segnala Bologna che presenta un incremento del 22% dei decessi dal primo marzo al 4 aprile, rispetto alla media dei decessi dello stesso periodo degli anni 2015-2019. Tale incremento si è consolidato proprio nella settimana dal 28 marzo al 4 aprile, in cui si sono registrati 135 decessi contro una media di 110 delle settimane precedenti.

Lo studio sui decessi in Italia

L’Istat ha scelto di concentrare l’attenzione soltanto sui comuni che presentano almeno dieci decessi negli ultimi tre mesi (4 gennaio-4 aprile 2020) e che hanno fatto registrare un aumento dei morti almeno pari o superiore al 20% nel periodo 1 marzo - 4 aprile 2020 rispetto al dato medio dello stesso periodo degli anni 2015-2019. Il maggiore incremento dei decessi riguarda gli uomini e le persone maggiori di 74 anni di età. Le differenze tra i generi sono particolarmente accentuate nei più anziani residenti al Nord, per gli uomini infatti si osserva un incremento dei decessi del 158% a fronte del 105% per le donne, nella classe di età 75 e più.

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