La denuncia della nipote: "Quando è risultata positiva è rimasta in camera per i sei giorni successivi con la sua compagna di stanza, che era asintomatica e a cui non è stato fatto il tampone". Poco tempo dopo la signora è risultata positiva, poi è morta
Valentina, nipote di una donna ospite in una Rsa di Cesano Maderno risultata positiva a Covid-19, ripercorre le difficili settimane appena trascorse. “Non sapevamo del contagio perché la nonna è stata tra le prime persone contagiate e quindi in realtà non eravamo preoccupati. Però con la dottoressa prima di allora non aveva mai parlato, non avevamo mai comunicato, non sapevo addirittura neanche che avesse la febbre. Da quel momento in poi la struttura si è un po' trincerata dietro il silenzio. Il Comune non sapeva del contagio in Rsa, li ho informati io personalmente. Da lì è iniziato un calvario”. (DIRETTA)
Più o meno 85-90 ospiti e attualmente la metà è positiva?
“Sì, tra deceduti e positivi accertati, mi baso sui dati che comunica il Comune perché la struttura non dà comunicazioni, ci sono 30 positivi su 37 tamponi fatti, 7 deceduti e una morte sospetta. Gli altri non sappiamo perché non sono stati fatti i tamponi, non perché siano negativi”.
Tua nonna era sola in stanza?
“No, la nonna quando è risultata positiva è rimasta in camera per i sei giorni successivi con la sua compagna di stanza che era asintomatica e a cui non era stato fatto il tampone. Loro erano isolate all'interno della camera, ma all'interno della camera potevano utilizzare tranquillamente gli spazi, tant'è vero che la signora usava il telefono della donna per comunicare con la sua famiglia, la famiglia della signora però non sapeva che la nonna fosse positiva. Quando l'hanno spostata la domenica successiva, quindi al settimo giorno, poco tempo dopo la signora è risultata positiva, tre giorni fa hanno comunicato alla famiglia che era positiva e ieri purtroppo è venuta a mancare”.
Ti raccontava se usavano mascherine, guanti o dispositivi di protezione?
“La nonna nello specifico no. Altri parenti dicevano, tra l'altro è documentabile, io ce l'ho qui, che le videochiamate venivano fatte senza mascherine, qui puoi leggere. La cosa che a me preoccupa oggi è che recentemente, ti parlo di due giorni fa, sui social sono comparsi dei video e delle foto postati direttamente dall'interno della struttura dalle OSS, quindi dagli operatori, in cui o spingono un carrello con delle uova di Pasqua o sono sedute in salone sulla poltrona e sono tutte senza guanti, tutte quante. Queste foto sono di due giorni fa”.
Ti fa arrabbiare questa storia?
“Tantissimo. Tra l'altro il mio dispiacere più grande è che io sono cresciuta con la nonna e diciamo che in un momento del genere avrei preferito poter stare con lei. Questo so benissimo che non è possibile per la sicurezza mia e di tutti gli altri. Saperli da soli fa paura e saperli spaventati fa male perché comunque loro hanno passato già tante brutte cose, hanno fatto una vita di sacrifici e io non penso sia giusto fargli passare anche questo. Non per tutti, ma magari per qualcuno questa sofferenza poteva essere evitata. Non riesco a non pensare che se la signora che è mancata non fosse stata tenuta con la nonna magari adesso sarebbe ancora qui. Era una persona a cui comunque io volevo bene perché la vedevo ogni giorno in camera ed è difficile perché il senso di impotenza è terrificante”.